In cella da innocente, risarcito FozziTrentamila euro per 13 giorni di carcere
Trentamila euro per 13 giorni di carcere da innocente: il risarcimento 17 anni dopo l'arresto nell'inchiesta sui cassonetti d'oroUn danno imponente a livello di immagine, di vita sociale, di onore personale, con le inevitabili conseguenze sul piano fisico e morale e l'ultradecennale attività politica distrutta. Infangato il suo passato di pubblico amministratore, additato al pubblico ludibrio, squalificato agli occhi dei cagliaritani e degli elettori dell'intera Sardegna: tutta colpa di tredici giorni di carcere, tredici giorni in cella con l'accusa di corruzione. Da innocente. Era il 3 dicembre 1993 quando Luciano Fozzi fu travolto dallo scandalo dei cassonetti d'oro. Aveva 52 anni e una carriera politica in ascesa.
A distanza di 17 anni la Corte d'appello ha stabilito un indennizzo per l'ingiusta detenzione: trentamila euro. «La custodia cautelare sofferta da Fozzi fu ingiusta», scrivono i giudici, «il provvedimento fu fondato su dichiarazioni di correità che nel processo furono o ritrattate o ritenute assolutamente inattendibili». E se è vero che Fozzi ha dovuto far fronte a una serie di malattie gravissime durante i 13 anni di processo e anche dopo, «tuttavia quelle conseguenze non possono essere riportate tutte ai 13 giorni di ingiusta custodia cautelare. La eccessiva durata del processo prevede altri istituti riparatori, si può pure chiedere il risarcimento del danno agli eventuali calunniatori».
Fozzi è stato eletto per la prima volta consigliere comunale nelle file della Democrazia cristiana nel 1980, è rimasto in carica per diverse legislature, è stato due volte assessore. Quando è stato arrestato era sovrintendente del Teatro lirico di Cagliari. L'assoluzione dall'accusa di corruzione è diventata definitiva il 16 giugno 2006 quando la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale contro il verdetto che, il 9 luglio 2004, aveva scagionato l'ex assessore comunale all'Annona perché il fatto non sussiste.
Subito dopo il suo difensore, l'avvocato Francesco Onnis, ha intentato la causa per la riparazione dall'ingiusta detenzione ma la rivincita di Fozzi non si ferma qui. L'avvocato sta valutando se ricorrere alla Corte di giustizia europea per l'eccessiva durata del processo e se denunciare per calunnia l'uomo che accusò Fozzi, un «mentitore» anche per i giudici della Corte d'appello che definirono le sue dichiarazioni «semplicemente ridicole» e la sua attendibilità «inesistente».
Luciano Fozzi, 69 anni, geometra, democristiano, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta aveva una carriera politica davanti a sé: sovrintendente dell'Ente lirico, era assessore comunale all'Annona nella giunta guidata dal socialista Roberto Dal Cortivo, anch'egli coinvolto nell'inchiesta da cui è uscito con un'assoluzione ampia sin dal primo processo. Secondo l'accusa alcune società versarono tangenti agli amministratori comunali per assicurarsi gli appalti per la pulizia delle strade, dei mercati e per la raccolta dei rifiuti speciali.
«Verifico con soddisfazione», commenta l'avvocato Onnis, «che gli errori purtroppo inevitabili anche quando si dispone della libertà dei cittadini, danno luogo a un indennizzo che, al di là del contenuto patrimoniale, ha un valore risarcitorio dell'onore. Questo provvedimento arriva in un momento in cui sembra che un'intera classe politica sia interessata solo a condotte illecite mentre tante persone che meriterebbero di occupare ruoli delicati talvolta sono travolte da errori giudiziari».
MARIA FRANCESCA CHIAPPE