«Nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica, agrivoltaica, eolica offshore e onshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto dall’obiettivo da raggiungersi  al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto». Non lo scrive un comitato, non è il pensiero di un cittadino obnubilato dalla sindrome Nimby (not in my back yard, ossia “non nel mio cortile). 

Il progetto

La stroncatura della pianificazione dell’assalto rinnovabile ai danni della Sardegna è pubblicata su un documento  che nell’intestazione porta il logo del Ministero della Cultura. Nello specifico, è il parere reso dalla “Soprintendenza speciale per il Piano di ripresa e resilienza” nella procedura di richiesta di autorizzazione per la realizzazione del parco eolico Serras, proposto dalla società Aja Serra Srl: si parla di sette gigantesche pale, alte più di 220 metri – prima erano 9, le contestazioni le hanno fatte ridurre – da impiantare nel territorio dei Comuni di Sardara, Villanovaforru, Sanluri e Lunamatrona.

Cinquantasei pagine per esprimere un parere «fortemente negativo» sul singolo progetto. La direzione generale dell’ente voluto per monitorare gli aspetti “culturali” delle procedure legate al Pnrr riprende la lunga serie di critiche già espresse dai Comuni di Villanovaforru – in prima linea nella battaglia contro quelle pale –, di Sanluri, della Regione, del Gruppo di intervento giuridico, della Lipu e di singoli cittadini. E le condivide tutte. 

I beni archeologici 

«Vista la fitta presenza di beni archeologici nella fascia dei 3 chilometri dagli aerogeneratori, considerato che l’areale risulta caratterizzata da una notevole densità di monumenti soprattutto relativi all’età del Bronzo, si ritiene che il parco cosi come proposto nella documentazione progettuale non sia compatibile con la tutela del patrimonio archeologico e pertanto si esprime parere fortemente negativo all’intervento», si legge nella parte che riprende le considerazioni della Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano.  Inoltre i progettisti del parco eolico non hanno preso in considerazione «se l’impianto possa inibire la lotta agli incendi mediante l’utilizzo di mezzi aerei». 

La decisione

La Soprintendenza speciale, però, alza il tiro e sposta l’attenzione sul complessivo piano di invasione della Sardegna con pannelli e gigantesche pale, per una produzione di energia che va ben oltre il necessario e, comunque, degli obiettivi posti per il contrasto al cambiamento climatico. Una presa di posizione che sarebbe senza appello, se non fosse che la commissione di valutazione sul progetto è in capo al ministero della Transizione ecologica: difficile, comunque, che non sui tenga conto di una stroncature di questa portata. 

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Il sindaco

«Il parere della sovrintendenza voluta da Draghi», esulta il sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, «è lungo oltre cinquanta pagine ed è pesantemente negativo, per motivi diversissimi. Le osservazioni del nostro  Comune sono esplicitamente menzionate, il che mi porta a ribadire: le amministrazioni locali devono produrre osservazioni ponderate, dettagliate e tecnicamente precise». Poi la sfida: «Voglio proprio vedere il dicastero di Pichetto Fratin provare a snobbare queste bocciature. In conclusione: non mollare. Mai». 

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