Quasi un sardo su cinque rinuncia alle cure per motivi economici o perché sfiancato dalle liste d’attesa interminabili.

Per la precisione il 18,3%, secondo i dati relativi al 2021 e forniti dall'associazione Salutequità nel dossier sulle cure mancate: numeri in netto aumento negli anni, si registra un +6% rispetto al 2019.

“Ora anche gli osservatori neutrali confermano quanto la Fnp Cisl denuncia da anni”, afferma il segretario generale del sindacato Alberto Farina. Ma “la Regione e i suoi responsabili politici tardano nel dare risposte alle proteste che si levano da ogni parte della Sardegna per sollecitare interventi urgenti sul sistema sanitario regionale”.

Gran parte di questi “rinunciatari”, spiega Fnp, “è formata da pensionati, categoria che assomma le condizioni che costringono a disertare gli ambulatori privati: presentano un più alto numero di patologie e hanno un reddito che non può sostenere visite specialistiche che hanno un costo quasi sempre superiore a 100 euro”.

La povertà spesso si manifesta anche con la rinuncia alle cure farmacologiche “perché costose, un sistematico e continuato salasso mensile che erode le pensioni, non solo quelle sociali”.

Di qui l’appello della sigla sindacale all’assessore Nieddu e al presidente Solinas affinché “prendano di petto e risolvano l’emergenza sanitaria, che per i pensionati diventerà ancor più drammatica a causa dei costi dell’energia, che hanno alleggerito la borsa della spesa e costretto anche gli over 65 a una dieta questa volta non salutare”.

(Unioneonline/L)

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