Questo è il ritratto che sta emergendo dei due fratelli che secondo i carabinieri sono personaggi senza precedenti di rilievo, ritenuti addirittura “brava gente” dallo stesso figlio della donna che li ha inseguiti facilitandone alla fine la cattura. I gemelli Costa, però, sono stati capaci di compiere il prelievo dell'ostaggio e armi in pugno minacciare la donna per vincerne la resistenza. Sicuramente i due, sempre secondo gli investigatori, non hanno agito da soli: l'ex ostaggio ha sentito almeno altre tre persone. Adesso i rilievi dei carabinieri del reparto Investigazioni scientifiche stanno cercando di acquisire nel capannone dove la donna era stata rinchiusa elementi utili a dare un nome e un volto agli altri componenti del gruppo di prelievo. Per quanto riguarda l'organizzazione del rapimento sarebbe stato fin troppo facile per i Costa, che spesso avevano lavorato per conto del marito dell'ostaggio, Tonino Braccu, consigliere provinciale di Olbia Tempio e titolare di una impresa di pompe funebri e di una floricultura, e le stesse famiglie si conoscevano da lungo tempo e bene. Ed è proprio questo l'elemento che sconcerta di più Manuel Braccu che ancora non riesce a credere che Giacinto e Pier Michele abbiano fatto quello che hanno fatto.
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