Giulia, 19 anni, e il sogno di un’edicola: la ragazza che ha salvato la voce di un paese
Padre di Samassi e madre di San Gavino e un cuore diviso tra due terre: l’Emilia, dove è nata e cresciuta, la Sardegna, l’Isola delle sue originiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A volte, le storie più belle nascono per caso. E questa è la storia di Giulia Piras, 19 anni, un diploma da geometra in tasca e un cuore diviso tra due terre: l’Emilia, dove è nata e cresciuta, e la Sardegna, la sua Isola del cuore.
Ed è proprio con quella determinazione che scorre nelle vene dei sardi che Giulia ha fatto qualcosa di straordinario: ha salvato l’edicola di Farneta, minuscola frazione incastonata tra i monti modenesi, che rischiava di chiudere per sempre. Senza quel piccolo spazio di appena 18 metri quadri, il paese avrebbe perso un punto di riferimento, un luogo di incontro, di scambio, di storie.
«Da mesi cercavo un lavoro che mi piacesse davvero, poi mia madre mi ha detto che l’edicola stava per chiudere. Ho pensato: perché no?», racconta Giulia con il sorriso di chi ama le sfide. «Non era nei miei piani, ma ho sempre sognato di avere una mia attività. Così ho deciso di provarci».
Così, poco prima di Natale, ha alzato per la prima volta la serranda. I giornali sono arrivati solo la settimana scorsa, ma nel frattempo quell’edicola era già tornata a essere punto d’incontro di Farneta, un pezzo di casa per chi ogni mattina passa a prendere il quotidiano, a scambiare due parole, a sentirsi parte di qualcosa.
Giulia ha radici forti. Suo padre Andrea è di Samassi, sua madre Sabrina Canargiu di San Gavino Monreale. «I miei genitori hanno lasciato l’Isola a vent’anni, ma io mi sento profondamente legata alla mia terra d’origine. Il mare, il profumo della terra, la mia famiglia, adoro tutto di quei luoghi e anche io soffro il mal di Sardegna».
Non torna da due anni, ma ha una promessa con se stessa: appena potrà, verrà ad abbracciare la sua seconda casa. «In paese ci sono i miei nonni paterni, tanti parenti e anche diversi amici che ho conosciuto fin da bambina».
Intanto però ha scelto di restare, di costruire qualcosa, di dare a Farneta quello che rischiava di perdere. «Certo se potessi, per quanto la amo, mi trasferirei in Sardegna anche domani, ma non posso lasciare tutto qui. Oggi mi rendo conto di quanto fosse importante questa edicola per il paese. Quando la vecchia proprietaria ha annunciato la chiusura, la gente era preoccupata, ora invece vedo i loro volti sorridere ogni mattina e questa è la soddisfazione più grande».
E chissà se un giorno il richiamo della Sardegna sarà troppo forte per resistergli. Ma per ora, ogni mattina, tra le pagine dei giornali che distribuisce con passione, Giulia ha portato nuova energia in un paese che rischiava di perdere un piccolo ma prezioso pezzo della sua identità.