Anche il Consiglio regionale della Sardegna celebra oggi la Giornata della memoria. Nel messaggio diramato dal presidente, Michele Pais, il riferimento alle parole di Primo Levi: «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».

«È importante ricordare e tenere viva la lezione dei Giusti tra le Nazioni, tra cui alcuni sardi come Girolamo Sotgiu e Bianca Ripepi, Salvatore Corrias e Giovanni Gavino Tolis che, rompendo il muro dell’indifferenza e dell’omertà, seppero opporsi alla barbarie dell'odio, delle persecuzioni e dello sterminio del popolo ebraico. Essi sono testimoni di libertà e speranza. La responsabilità della Memoria è un impegno che riguarda tutti, nessuno escluso», scrive Pais.

«Più che una ricorrenza questa giornata deve rappresentare un profondo momento di riflessione. Meditare sulla Shoah vuol dire non dimenticare e rinnovare ogni giorno il  pensiero sulle atrocità di quel periodo. Orrore che purtroppo stiamo vivendo nuovamente. La giornata della Memoria quest’anno assume un significato particolare. Stiamo assistendo, purtroppo, ad un’altra brutta pagina di storia: il conflitto Russia – Ucraina che sta insanguinando il Continente europeo dopo 77 anni di pace ininterrotta. La devastazione della guerra si è riproposta nuovamente in tutta la sua crudeltà e atrocità. Abbiamo visto ancora violenze, umiliazioni contro un intero popolo, vittime innocenti. Una guerra che sta mettendo in discussione ancora una volta  la libertà e  la pacifica convivenza tra i popoli, obiettivi principali del vivere civile. Conflitti diversi in epoche diverse. Ma con un denominatore comune: la violenza e il tentativo di sopraffazione di un popolo su un altro».

«Non potremo mai dimenticare che il genocidio nazista non ha risparmiato  neanche il nostro popolo. Anzi la Sardegna, come tutti sappiamo, è una delle regioni che ha pagato un altissimo tributo di deportati, politici e militari: 250 sardi sono stati deportati nei lager e furono circa 12.000 mila i soldati sardi IMI (Internati militari italiani) rinchiusi nei lager. A tanti anni di distanza gli “errori e gli orrori” del passato sono ritornati», conclude il messaggio di Pais.

(Unioneonline/s.s.)

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