Sette bodyguard sudamericani (di Buenos Aires e Montevideo, probabilmente tutti ex militari) schierati in formazione da combattimento davanti a una lunga fila di auto di lusso. Stando alle indagini dei Carabinieri di Porto Cervo, ritenevano un gruppo di giovani sardi (di Olbia e Sant'Antonio di Gallura) responsabili di avere lanciato dei sassolini contro le auto sportive.

Il giudice del Tribunale di Tempio, Camilla Tesi, si è occupata di quanto è avvenuto nel giugno del 2011 a Baia Sardinia, poco lontano dal Phi Beach. I bodyguard sudamericani si scagliarono improvvisamente contro i ragazzi sardi, reduci da una festa di addio al celibato.

Nel capo d'imputazione del pm Gianmarco Vargiu, sono elencate le conseguenze del raid. I giovani di Olbia e Sant'Antonio di Gallura, sette in tutto, finirono in ospedale con gravi traumi e ferite, si parla di frattura del femore e dell'orbita oculare, perdita di denti, trauma della mascella, trauma cranico, ferite lacero contuse, contusione tibio tarsica e conseguenze permanenti da trauma dell'articolazione mandibolare.

Le vittime si sono costituite parte civile, assistite dagli avvocati Rosa Cocco, Michele Ponsano ed Eliodoro Piras. Per una delle persone picchiate si è resa necessaria la ricostruzione dello zigomo con placca di titanio.

Il giudice ha sentito l'allora comandante della Stazione dei Carabinieri di Porto Cervo, Giulio Brandano, e un testimone oculare dell'aggressione. A quanto pare a bordo di alcune della auto di lusso c'erano vip e businessmen sudamericani.
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