Cavalli morti nel traghetto Moby Aki, comandante e due ufficiali indagati
Sotto accusa per abbandono di animali il comandante del traghetto, il primo ufficiale e l'autista del van dove si trovavano gli animaliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Procura di Tempio ha chiuso le indagini e formalizzato le contestazioni per il decesso dei quattro cavalli da corsa Bometeor, Bomodel da Clodia, Botrus e Bandidu de Zamaglia, avvenuto nel garage del traghetto Moby Aki la notte del 23 luglio dello scorso anno durante la traversata Civitavecchia-Olbia.
Sotto accusa per abbandono di animali ci sono il comandante del traghetto, il primo ufficiale e l'autista del van dove si trovavano i cavalli da corsa. Un altro ufficiale (un allievo) è accusato di falso per una annotazione non corretta sul giornale di bordo, che attestava le buone condizioni degli animali alle ore 6 del 23 luglio, mentre secondo la Procura di Tempio Bometeor, Bomodel da Clodia, Botrus e Bandidu de Zamaglia a quell'ora stavano malissimo o erano già deceduti.
Stando alla ricostruzione del procuratore Gregorio Capasso e del sostituto Ilaria Corbelli, il van dove erano stati caricati i quattro cavalli da corsa è stato stivato in modo non corretto nel garage del Moby Aki.
In particolare, in un settore non sufficientemente arieggiato e vicino a un camion frigo, il cui motore avrebbe surriscaldato l'aria.
La causa del decesso è ipertermia, sempre stando al capo d'imputazione.
Inoltre durante l'attraversata nessuno si sarebbe interessato della condizione degli animali. Nonostante l'allevatrice francese Lucie Bardin avesse lanciato l'allarme.
I quattro cavalli (del valore di oltre 600mila euro) avrebbero dovuto partecipare a una manifestazione ippica internazionale a Chilivani. La parte lesa del fascicolo è la scuderia proprietaria dei cavalli, la Clodia di Anguillara Sabazia (Roma).
Le persone indagate, che respingono tutte le contestazioni, sono difese da Maurizio Mani, Giovanni Cimmino e Francesco Longhini