La più grande piantagione di marijuana degli ultimi dieci anni. L’hanno scoperta i carabinieri in località “Sas Serradinas”, lungo la direttrice Buddusò-Osidda.

In una zona di campagna molto vasta e difficile da percorrere, tra corsi d’acqua e antiche sugherete, anfratti rocciosi, campi di cisto e di lentischio, nascosti tra la folta vegetazione, i militari hanno trovato cinque diversi lotti di terreno interamente occupati da piantagioni di canapa.

Piante a perdita d’occhio per diverse centinaia di metri, tutte già alte circa 2 metri e fiorite, con le infiorescenze in ottimo stato di maturazione.

Un’organizzazione certosina. I terreni erano protetti da recinti elettrificati per dissuadere gli animali selvatici e il bestiame vagante, un ingegnoso sistema di irrigazione a goccia era stato collegato ad uno scambiatore idraulico pressurizzato per la concimazione dell’acqua ed era governato da una centralina controllata da remoto per l’attivazione delle elettrovalvole, agganciate abusivamente alla condotta Abbanoa.

I numeri rendono l’idea dell’imponente operazione, iniziata lo scorso 11 ottobre e durata ben due giorni: 8.520 piante sradicate, 9mila metri di tubi sequestrati, oltre a 2.500 metri di filo metallico per recinzioni elettrificate. E ancora, centinaia di isolatori e paletti in ferro, una centralina wi-fi-bluetooth ed altra attrezzatura. Nascosti tra le rocce, sono stati trovati anche 37 sacchi con oltre 38 chili in totale di infiorescenze già essiccate.

Per l’operazione sono stati impiegati oltre 40 militari delle Stazioni dei carabinieri di Buddusò, Alà dei Sardi, Pattada, Ozieri, Nughedu San Nicolò, Ittireddu, Oschiri e Ozieri, coadiuvati da due squadre dei Cacciatori di Sardegna e da un mezzo di trasporto speciale del IX Battaglione carabinieri “Sardegna” di Cagliari, fondamentale per raggiungere una zona molto difficile da percorrere anche con  fuoristrada.

Un’altra importante operazione è stata conclusa il 14 ottobre al confine tra Mores e Ardara. In un’azienda agricola in località “Tola” i carabinieri della stazione di Ardara, supportati dai colleghi del Nucleo operativo e Radiomobile di Ozieri e delle Stazioni di Ittireddu, Buddusò e Mores, hanno sorpreso nove persone intente alla raccolta e sbocciolatura di una piantagione. Sequestrate 2.340 piante, quasi 1.300 chili di infiorescenze già imbustate (accertato il livello di thc superiore ai limiti di legge), due gruppi elettrogeni, cinque ventilatori industriali per l’essiccazione e migliaia di metri di tubi. È scattata anche una maxi multa per i lavoratori a nero (tutti i presenti) da 17.600 euro, con contestuale sospensione immediata di ogni attività.

Negli ultimi mesi sono stati rafforzati i controlli nella zona del Monte Acuto, e particolare attenzione è stata rivolta proprio all’altopiano di Buddusò. Osservazioni con gli elicotteri, raccolta di informazioni, mesi di indagini prima di far scattare i blitz.

Sempre a Buddusò, in località “Sa Zura”, lo scorso 11 settembre un blitz aveva portato al ritrovamento e al sequestro di oltre mille piante di canapa.

Tutte operazioni che confermano i dati contenuti nella relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze. La Sardegna è la regione della marijuana, quella con le maggiori capacità produttive. Le condizioni orografiche e climatiche dell’Isola sono favorevoli a una produzione outdoor su larga scala, che aumenta in maniera impressionante di anno in anno.

E il business è di quelli che fa gola. Anche volendosi fermare al solo maxi sequestro di Buddusò, i potenziali ricavi sono da capogiro: venduta all’ingrosso, la marijuana avrebbe fruttato tra i 10 e gli oltre 24 milioni di euro, al dettaglio il ricavato sarebbe arrivato a sfiorare la cifra di 50 milioni.

(Unioneonline/L)

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