«È un mostro, ci ha rovinato la vita».

Magdalena Murawska, la compagna di Toni Cozzolino, il 49enne di Olbia bruciato vivo per strada l'11 marzo 2022 dal suo vicino di casa, Davide Iannelli, e morto in ospedale dopo dieci giorni di agonia, urla disperata davanti alla Corte d'assise di Sassari e davanti allo stesso imputato. Chiamata a deporre al processo per omicidio del reo confesso, la donna ha retto per un'ora alle domande del pm della Procura di Tempio Pausania, Daniele Rosa, raccontando delle continue minacce, dei dispetti, degli insulti che quotidianamente Cozzolino, lei e il loro figlio che allora aveva 8 anni, subivano dall'imputato.

«Era un incubo per tutto il palazzo, litigava con tutti, e noi e altri condomini lo avevamo denunciato più volte ai carabinieri e alla polizia. È un uomo cattivo, un vero mostro», ha ripetuto la donna. Poi è esplosa in singhiozzi: «Non ce la faccio, non ce la faccio più con questo mostro qui dietro di me che mi guarda, non ce la faccio più. Ci ha rovinato la vita». Il presidente della Corte, Massimo Zaniboni, ha dovuto sospendere l’udienza per una ventina di minuti per posizionare un pannello di separazione fra il banco dei testimoni e quello dell'imputato.

Murawska ha risposto per un'ora alle altre domande degli avvocati di parte civile, Antonio Fois, Giampaolo Murrighile e Massimo Perra, e poi a quelle dell'avvocata della difesa, Cristina Cherchi. «Dopo la morte di Toni sono andata via - racconta - sono tornata in Polonia dalla mia famiglia perché avevo paura per me e per mio figlio. La nostra vita è rovinata, a lui non ho mai detto come è morto il padre, e io non mi sono mai ripresa. Non dormo, ho attacchi di panico e non posso lavorare».

Il processo è stato aggiornato al 13 febbraio, quando sarà sottoposto a esame l'imputato Davide Iannelli.

(Unioneonline/D)

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