Condannato per le sevizie al figlio (morto suicida), esce dal carcere per andare a lavorare
L’uomo, in cella dal 2022, è il padre del bimbo segregato ad Arzachena. Stessa richiesta ha fatto la moglie, sua complice(Ansa)
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È stato condannato a otto anni di carcere per le sevizie prolungate ai danni del figlio, responsabilità condivisa con la moglie e una cognata. Un arzachenese di 47 anni ha ottenuto la scarcerazione dopo la richiesta di poter lavorare.
È il padre del ragazzino che a 11 anni era stato segregato per mesi nella sua cameretta, al buio senza letto con un secchio per i bisogni, picchiato con un tubo di plastica, nutrito a pane e acqua, costretto a fare docce gelate, privato di giochi e vestiti. Il ragazzino veniva spaventato con audio distorti e vessato fisicamente e moralmente. Alla fine dell’aprile dello scorso anno la giovanissima vittima si è tolta la vittima, esattamente cinque anni dopo i fatti per i quali sono stati condannati i genitori.
Il padre del ragazzino, assistito dall’avvocato Filippo Orecchioni, ha ottenuto la scarcerazione. Anche la madre ha chiesto la liberazione e attende la decisione dei magistrati.