Arzachena, in vetrina gli antichi documenti: c’è anche la cittadinanza onoraria al Duce
“La scatola del tempo”, esposizione di carte d’epoca tratte dagli archivi nella chiesetta di San PietroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non tutti sanno che prima ancora che all’Aga Khan, nel 1965, al musicista Peter Gabriel nel 2003 e al russo Alisher Usmanov nel 2018, la cittadinanza onoraria di Arzachena è stata conferita, nel 1922, a Benito Mussolini.
La delibera della municipalità arzachenese fa parte dei documenti esposti nella mostra organizzata dall’associazione culturale “La Scatola del Tempo”, nella chiesetta di San Pietro, uno spaccato dei primi anni di autonomia del paese, attraverso i documenti conservati nell’Archivio comunale.
«Le Parole custodite è un viaggio all'interno dell'archivio storico del Comune di Arzachena, ma è anche un racconto di vita attraverso i primi documenti che, dal 1922 al 1930, fotografano una giovane e sofferente comunità che, in molti, chiamavano ancora Santa Maria d'Arsaghena», spiega Mario Sotgiu, presidente dell’associazione e curatore della mostra. «Sofferente» perché, ad esempio, non si era ancora dotata di un acquedotto, e nemmeno si era ancora organizzata per la raccolta urbana, o perché all’epoca ancora imperversava la malaria e fu per questo che fu adottata una delibera per l’acquisto del chinino.
«Una serie di documenti che tuttavia – osserva Mario Sotgiu - ci fanno capire che però quella giovane amministrazione comunale aveva voglia di guardare avanti e di organizzarsi sempre meglio».
Tra i documenti esposti si trova quello dell’elezione del primo sindaco (29 maggio 1922), oppure del contributo per la costruzione della nuova chiesa o la richiesta di costituzione di una stazione di Carabinieri a cavallo. Ma ce ne sono anche di curiosi, come la decisione di aumentare la quantità foraggio per l’asinello che tirava il carretto di rifiuti, oppure l’incarico, a un cittadino, di occuparsi di dare la corda all’orologio del campanile della chiesa in un’epoca nella quale la comunità a quell’orologio faceva riferimento.
La mostra rientra nel progetto culturale “Le Braci del Tempo” iniziato prima dell’estate, finalizzato «a far conoscere agli arzachenesi, e ai giovani in particolare, quella che è la propria storia come comunità». Aperta lo scorso 18 ottobre, la mostra sarà visitabile fino al prossimo 31 dicembre.