Arzachena, con la processione a mare e la Messa si è conclusa la festa patronale di San Giovanni Battista
Suggestiva è stata l’ormai tradizionale benedizione nell’isola “dei fichi d’india”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Con le note del fisarmonicista Mirko Putzu, si è conclusa ieri, nel borgo di Cannigione, la "Tre giorni" di festeggiamenti patronali, iniziati domenica scorsa col live set di Fabio Rovazzi.
Un calendario piuttosto ricco, quello messo in piedi dal comitato dei Fidali e dalla parrocchia, iniziato con raccolta di sangue, un’infiorata, gli immancabili appuntamenti culinari (tra i quali la sagra “di lu casgiudi Santu Juanni”), momenti comici, di spettacolo e intrattenimento.
Giorno clou dei festeggiamenti è stato ieri, martedì 24 giugno, memoria della nascita di San Giovanni Battista, colui che arrivò prima di Gesù, lo annunciò e lo battezzò nelle acque del fiume Giordano. Una lunga processione è partita ieri pomeriggio dalla chiesa parrocchiale, per raggiungere attraverso alcune vie, il porto dove il simulacro del Santo è stato imbarcato su un mezzo nautico.
La processione a terra è stata animata dalla Banda di Arzachena, alla presenza di gruppi folcloristici, delleautorità comunali, civili e militari, e di numerosi fedeli. La messa solenne è stata celebrata nel parco Riva Azzurra dal vescovo di Ozieri mons. Corrado Melis. In precedenza il parroco, don Santino Cimino, durante la processione, nell’ambito del rapporto che da sempre si vive a Cannigione, tra terra e mare, che per il borgo ed i suoi abitanti, è fonte di lavoro di benessere, aveva sottolineato come il mare sia “luogo dell’esperienza della vita, di scambio, di condivisione tra i popoli e tra le culture”.
Suggestiva è stata l’ormai tradizionale benedizione nell’isola “dei fichi d’india”, a qualche centinaio di metri dal porto di Cannigione, della composizione in ferro raffigurante San Giovanni Battista, donata nel 1954 da Henry Bataille, del quale sull' isolotto era presente la figlia, accanto al parroco e al vescovo.