Tutti prosciolti perché il fatto non sussiste: è la nuova clamorosa sentenza del Tribunale di Tempio (gup Alessandro Di Giacomo) per un altro procedimento scaturito dalla maxi-inchiesta sull'alluvione del 2013 a Olbia. Il giudice ha chiuso con questa decisione il fascicolo che riguardava lo studio di adeguamento del Piano urbanistico comunale della città gallurese al Piano di rischio idrogeologico.

La Procura della Repubblica contestava una serie di reati (abuso d'ufficio, omissione d'atti d'ufficio e inadempimento nelle pubbliche forniture) al dirigenti del Comune di Olbia Antonello Zanda e Costantino Azzena e all'ingegnere Michele Territo, consulente storico del comune gallurese.

Secondo la tesi della Procura (oggi il pm ha chiesto il proscioglimento per prescrizione) il piano stralcio, che avrebbe dovuto imporre modifiche stringenti delle norme in materia urbanistica e nuovi vincoli in un ottica di mitigazione del rischio idraulico, venne consegnato con forte ritardo dall'ingegnere Territo, trascurato e, come hanno sempre sostenuto alcune delle parti civili nel processo sull'alluvione, messo in un cassetto.

Lo stesso studio che indicava puntualmente le zone a rischio nel centro abitato di Olbia.

Questa tesi anche oggi ha subito un duro colpo. Sono state accolte le richieste dei difensori, Jacopo Merlini, Pietro Diaz e Gianluca Tognozzi. Territo, dopo la lettura del dispositivo ha dichiarato: "Per me è la fine di un incubo".

L'ASSOLUZIONE DEI SINDACI:

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