"Adesso mi sento più serena". Lo ha detto l'europarlamentare del Pd Francesca Barracciu - candidata governatrice alle regionali in Sardegna del 2014 - al termine dell'interrogatorio davanti al pm Marco Cocco durato quasi due ore e mezza. L'esponente del Pd, indagata per peculato, ha risposto alle domande giustificando i 33mila euro che erano privi di rendicontazione con spese per rimborsi chilometrici per il carburante. "Abbiamo chiarito ogni cosa presentando una memoria di 70 pagine - hanno ribadito gli avvocati difensori Carlo Federico Grosso e Giuseppe Macciotta - presentando tutti i documenti relativi ai rimborsi chilometrici per manifestazioni a cui la nostra assistita ha partecipato in quanto componente di varie Commissioni. Circa 24mila chilometri l'anno. Abbiamo presentato documenti che comprovano come i chilometri effettuati sono anche di più, giustificando tutte le spese". La candidata governatrice del centrosinistra ha annunciato che domani terrà una conferenza stampa per illustrare punto per punto quanto detto al pm relativamente alle spese sostenute.

L'INCHIESTA - L'inchiesta-bis è scattata a ottobre dello scorso anno ed è direttamente collegata al primo troncone giudiziario che vede già a giudizio 20 tra consiglieri ed ex consiglieri regionali accusati di peculato nell'abito della passata legislatura che facevano parte del Gruppo misto e di Sardegna insieme. L'inchiesta bis si è invece allargata a tutti i gruppi presenti in Consiglio nelle ultime due legislature. Proprio il secondo troncone a novembre ha portato a clamorosi sviluppi con l'arresto di Mario Diana, ex capogruppo Pdl e poi alla guida di Sardegna è già domani, e di Carlo Sanjust, consigliere Pdl, presidente della commissione Cultura, entrambi ancora rinchiusi nel carcere cagliaritano di Buoncammino. Arrestato anche l'imprenditore del settore catering Riccardo Cogoni, che negli anni ha fornito vari servizi all'intero gruppo del Pdl, l'unico a cui sono stati poi concessi gli arresti domiciliari.

L'INTERROGATORIO DI MELONI - "L'on. Meloni ha risposto a tutte le questioni poste del dott. Cocco e ha fornito ampia e dettagliata dimostrazione, attraverso la documentazione bancaria, della corretta destinazione delle risorse del gruppo a lui assegnate per lo svolgimento delle funzioni politico-istituzionali connesse al suo ruolo, all'epoca, di consigliere regionale prima dei gruppi La Margherita-Democrazia è Libertà e, successivamente del Pd". Lo affermano, in una nota diffusa dopo l'interrogatorio in Procura, i legali del deputato del Pd Marco Meloni, il prof. Carlo Federico Grosso e l'avv. Giuseppe Macciotta. "Tali somme - spiegano - venivano integralmente impiegate, come è stato possibile dimostrare, per il pagamento delle spese relative alla sede dell'ufficio nel quale egli svolgeva la sua attività politico-istituzionale come esponente dei gruppi consiliari dei quali ha fatto parte, e di servizi a questa funzionali, senza alcuna utilizzazione di tali risorse a fini personali. Confermando l'assoluta fiducia nell'operato della magistratura - concludono i due legali - ci auguriamo che gli elementi portati dall'on. Meloni siano considerati adeguati per escludere qualsiasi ipotesi di un suo coinvolgimento nei fatti contestati".

Il pm lo ha indagato - quando era consigliere regionale - assieme ad altri 32 politici del centrosinistra nell'ambito della inchiesta-bis sull'utilizzo dei fondi destinati ai gruppi consiliari del Consiglio della Sardegna. Meloni, difeso dagli avvocati Carlo Federico Grosso e Giuseppe Macciotta, è entrato negli uffici della Procura poco dopo le 12 per rispondere alle domande del pubblico ministero, che gli contesta di aver speso illegittimamente 32mila euro. Questo pomeriggio, invece, verrà sentita l'europarlamentare del Pd, Francesca Barracciu, recente vincitrice delle primarie del centrosinistra e candidata governatrice per le prossime elezioni regionali.
© Riproduzione riservata