"Ferito in servizio perché senza taser": carabiniere fa ricorso al Tar sardo
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Ferito perché in servizio senza la necessaria dotazione di sicurezza, ossia la pistola elettrica taser.
È la versione di un carabiniere rispetto a un'aggressione subita mentre era al lavoro, e che per quell'episodio è ricorso al Tar contro il ministero della Difesa chiedendo un risarcimento.
I fatti, a raccontare il caso è il sito specializzato GrNet.it, risalgono al 2015.
Tre anni fa il militare fu inviato dalla centrale operativa a fermare un uomo che, in piena notte, nudo in un edificio pubblico e armato, aveva danneggiato alcuni uffici pubblici, impedendo a chiunque di avvicinarsi.
Intervennero ben tre pattuglie di carabinieri e i militari cercarono di fermarlo a mani nude. L'uomo fu assolto, perché ritenuto incapace di intendere e di volere, ma ben quattro carabinieri riportarono lesioni a seguito della colluttazione e dovettero ricorrere alle cure mediche.
Secondo il ricorrente, che si è rivolto al Tar Sardegna con l'assistenza degli avvocati Giorgio Carta e Giuseppe Piscitelli, quelle lesioni si sarebbero potute evitare, o almeno limitare, se i carabinieri avessero avuto a disposizioni il taser.
"Il Taser è utilizzato da decenni da numerose forze di polizia in tutto il mondo - spiega l'avvocato Carta -. In Europa, lo usano le polizie di Spagna, Gran Bretagna, Francia, Austria, Germania, Finlandia, Portogallo, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca e Turchia. Di recente, ne è stata dotata perfino la Gendarmeria vaticana. Le forze di polizia italiane, invece, ne sono inspiegabilmente sprovviste, anche se, solo di recente, è finalmente partita la sperimentazione in alcune città e per singoli reparti di polizia".
"Confido, quindi - conclude il legale - che il ricorso proposto dal mio assistito, che non mi risulta abbia precedenti, possa costituire anche da stimolo ad adottare stabilmente e al più presto questo indispensabile strumento di sicurezza, utile a preservare l'integrità fisica perfino dello stesso arrestato, atteso che l'alternativa all'uso delle cosiddette armi non letali è una colluttazione fisica con gli operatori di polizia, spesso deleteria sia per gli operatori di polizia che per i fermati".
(Unioneonline/D)