Rinviata la presentazione della candidatura ufficiale dell’Italia ad ospitare l’Einstein Telescope, infrastruttura di ricerca per la rivelazione delle onde gravitazionali che potrebbe avere nella miniera dismessa di Sos Enattos, a Lula, la collocazione ideale.

Prevista per oggi a Roma, la presentazione è stata rinviata alle prossime settimane “per sopraggiunti impegni istituzionali legati alla situazione di emergenza in corso in Emilia Romagna”.

Un progetto che apre così per l’Italia, e la Sardegna, l’olimpiade più importante in una sfida con l’Olanda, in corsa con Limburg, territorio al confine con Belgio e Germania e non lontano da Maastricht.
L’arrivo nell’Isola dell’Einstein Telescope, secondo Confartigianato Sardegna, porterebbe nell’Isola investimenti per qualche miliardo di euro. «Un impatto economico addirittura maggiore rispetto agli investimenti pubblici di Milano-Cortina 2026 – è il ragionamento della Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai – un’occasione unica che all’Isola potrebbe portare benefici economici, di sviluppo e di attrattività per, almeno, i prossimi 40 anni». «Se per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 l’Italia ha stanziato 4,2 miliardi di euro – continua la Presidente Lai - per il rilevatore di onde gravitazionali che potrebbe sorgere a Sos Enattos, tra fondi statali e risorse europee sarebbero necessari oltre 6 miliardi e mezzo di euro di investimenti, di cui più di 4 ricadrebbero in Sardegna. Soprattutto in nove anni ET attiverà complessivamente 36mila posti di lavoro».

«Lula avrebbe le capacità per trasformarsi nella nuova Arecibo (Porto Rico) o Atacama (Chile) – prosegue la presidente - i famosissimi osservatori astronomici che alle due località, situate in zone quasi inaccessibili e irraggiungibili e praticamente disabitate, hanno portato sviluppo, importanti iniziative economiche e tanto indotto».
Secondo l’analisi effettuata dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, per capire la portata che l’opera potrebbe avere sul centro Sardegna e, ovviamente, su tutto il resto dell’Isola, è necessario prendere ad esempio l’effetto moltiplicatore previsto per le Olimpiadi Invernali. Infatti, secondo stime recenti del CONI, ogni miliardo di investimenti su Milano-Cortina 2026 avrebbe un impatto di 3 miliardi sul PIL nazionale: ogni euro di investimenti ne genererebbe 3 tra diretto, indiretto e indotto sull’economia sarda e italiana. In Sardegna, ogni euro investito determinerà un giro d’affari di 3,6 euro e un incremento del Pil pari a 1,6 euro.
Secondo l’Associazione delle Imprese Artigiane, tante sarebbero le imprese coinvolte nell’attività che graviterebbe attorno alla grande struttura. In primis quelle delle costruzioni (edilizia, infrastrutture e installazioni), dei trasporti e del movimento terra, della meccanica e delle manutenzioni, dei servizi digitali e dell’hightech così come i professionisti dell’ingegneria e della geologia.

A supporto delle migliaia di persone che per almeno 9 anni cambieranno volto e storia di Sos Enattos, anche le attività che si occupano di trasporti pubblici, di sanità, di servizi alla persona, della ricettività, della ristorazione e dei servizi turistici ma anche attività di commercio al dettaglio e del tempo libero. Senza contare tutte le altre realtà (come le scuole internazionali) che si dovranno occupare dei familiari dei ricercatori che saranno destinati a quell’enorme laboratorio di ricerca e conoscenza dell’universo. E quindi costruzione, manutenzione e ammodernamento di strade, ponti, ferrovie ma anche di centri storici, abitazioni, scuole, ospedali, centri servizi e di aggregazione.

LE PREOCCUPAZIONI – Al contrario, per Organizzazione delle Imprese della Sardegna, punti negativi sono rappresentati dalle attività con un basso numero di dipendenti, con poca capacità di fare rete e con un insufficiente potere economico, aspetti non positivi per partecipare e aggiudicarsi i bandi che, man mano, verranno proposti. Non secondario anche il problema relativo alla difficoltà di reperire dipendenti con adeguata formazione.

Per Confartigianato Sardegna in tutto questo “oceano di possibilità” desta preoccupazione la cosiddetta “zona di rispetto” nella quale ricadrebbero 19 comuni tra Sassari e Nuoro, al cui interno sarebbero vietate una serie di attività che potrebbero andare a interferire con le attività di ricerca dell’interferometro: tra queste la costruzione di strade e ferrovie, la produzione di energia elettrica, l'estrazione di minerali da cave e miniere, tutte le attività connesse alla produzione di cemento, calce e gesso, e le attività di taglio, modellatura e finitura di pietre.

«Secondo il provvedimento – continua la presidente - d'ora in avanti le nuove autorizzazioni all'esercizio delle attività citate saranno rilasciate dalle amministrazioni competenti di concerto con il ministero dell'Università e della ricerca sentito l'Istituto nazionale di fisica nucleare». «Ciò ci lascia molto spaventati – riprende Lai - ricordiamo che in quell’area operano migliaia di imprese, soprattutto di micro, piccole e medie dimensioni, che danno lavoro, direttamente, indirettamente e nell’indotto, a decine e decine di migliaia di addetti, sostenendo famiglie e territori. Ci lascia perplessi il motivo per cui sia stata istituita un'area di protezione così vasta attorno alla miniera di Sos Enattos, che al momento è scarsamente sviluppata e priva di infrastrutture mentre le concorrenti zone al progetto, come quella dell’Olanda e della Sassonia, sono pesantemente più industrializzate. È preoccupante che questa misura limiti prospettive importanti per settori strategici come l'estrazione di lapidei o la lavorazione dei calcestruzzi unite a tutto il complesso di attività che gravitano attorno a tali attività». 

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata