«Almeno restiamo amici». Nell'ultima lettera alla fidanzata aveva scritto quello che dicono più o meno tutti gli adolescenti innamorati. Forse lei non ha accettato o forse non ha neanche letto quelle poche righe che lui, un ragazzo di quindici anni, le aveva dedicato prima di entrare a scuola. Così al ritorno dalla ricreazione, ha deciso di suicidarsi. Si è poggiato sul parapetto delle scale, ha preso fiato, poi si è buttato: una caduta nel vuoto lunga tre piani, un tonfo che ha gelato il liceo Don Bosco di viale Fra' Ignazio.

LA TRAGEDIA Sono le 11,32: la pausa di metà mattinata è appena terminata, le classi stanno tornando a lezione dopo qualche minuto in cortile. Lui, studente di quarta ginnasio, rimane indietro. Immobile, sui gradini. Poi, all'improvviso, mentre la sua docente aspettava fuori dalla porta gli ultimi alunni ritardatari, l'adolescente ha fatto un balzo e si è lanciato nel vuoto, volando giù lungo la tromba delle scale. Pochi secondi per capire cosa fosse successo, poi nella scuola ci sono state urla, lacrime e disperazione di insegnanti e compagni, ma per il giovanissimo studente non c'è stato più nulla da fare.

LE INDAGINI Stando alla prima ricostruzione della polizia, il giovane avrebbe deciso di farla finita dopo un incontro con la ex fidanzata, studentessa nello stesso istituto. Si sarebbero lasciati qualche giorno fa e lui le avrebbe chiesto, in una lettera, di restargli amica. Lo ha rivelato agli inquirenti la ragazza, mostrando loro la missiva scritta dal quindicenne.

RAGAZZO NORMALE Un ragazzo normale, con una famiglia normale, con un rendimento scolastico nella norma e avviato alla promozione. Solo un po' chiuso, taciturno, raccontano i compagni. «Non resta che il silenzio, il conforto ai familiari nel dolore e nella preghiera», ha commentato don Giovanni Cossu, preside dell'istituto salesiano.

I COMPAGNI Ma ieri, dopo la tragedia, nella scuola le scene erano strazianti. Compagni in lacrime, così come alcuni insegnanti, poca voglia di parlare. «Era tranquillissimo - ha detto un ragazzino di quinta ginnasio con le lacrime agli occhi, mentre saliva nell'auto della madre che è arrivata a a riprenderlo -, l'ho visto stamattina e stava sorridendo. Non ha detto niente a nessuno».

LA NOTA Pochi dubbi sulla ricostruzione del dramma, descritta in poche righe in una nota diffusa dalla direzione scolastica. «Alle 11,32 - si legge - dopo che era suonata la campana per la fine dell'intervallo, tutti gli studenti si avviavano a rientrare nelle varie classi per la ripresa delle lezioni». Testimone della tragedia, la docente del bambino che era rimasta sulla porta per richiamare in classe i ritardatari. «In pochi istanti», prosegue la nota firmata da Don Cussu, «lo studente dava un balzo e si lanciava dalla tromba delle scale, precipitando con un tonfo sordo. L'insegnante ha avvertito immediatamente il preside che nel frattempo stava controllando un'altra classe. Tutto si è svolto in pochi secondi». Inutile l'intervento dei professori e del 118. Il magistrato di turno, Alessandro Pili, dopo i rilievi della polizia ha chiuso immediatamente l'inchiesta.

I funerali saranno celebrati domani alle 15 nella parrocchia di San Paolo, in piazza Giovanni XXIII.

MICHELE RUFFI
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