Popolazione sempre più vecchia e nascite che calano di anno in anno. La Sardegna è vittima di un crollo demografico talmente ampio che neanche gli immigrati riescono a compensarlo.

Lo afferma la consigliera regionale di parità Tiziana Putzolu, che ha curato il dossier statistico immigrazione 2023 del centro studi e ricerche Idos in collaborazione con l’assessorato regionale del Lavoro e l’Università di Cagliari.

A pesare sul calo demografico è soprattutto il numero dei nuovi nati: nel 2022 sono appena 7.695, di cui 338 da genitori stranieri. «Anche tra gli immigrati i nuovi nati non sono tanti, appena il 4% rispetto al totale», spiega Putzolu, secondo cui il fenomeno migratorio «è arrivato a una fase matura, sono 48.617 gli immigrati residenti e stabili in Sardegna», il 53,9% sono donne. E «questi bimbi nati nell’Isola che si iniziano a vedere nelle scuole materne rappresentano una flebile fiammella per il futuro, ci fanno sperare che ci siano famiglie che si stabiliscono e si integrano qui».

Nel 2022 il saldo è ampiamente negativo: in totale i residenti sono 1.575.028, in calo di 12.385 unità rispetto all’anno precedente. Leggermente positivo dopo due anni di calo invece il saldo degli stranieri (+228) per effetto del numero ancora molto contenuto di decessi. L’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione resta pressoché stabile al 3,1%.

Il maggior numero di immigrati è femminile e proviene dalla Romania (23%), parliamo di colf e badanti nella gran parte dei casi. La seconda componente arriva dal Senegal (9,9%), seguono il Marocco (8,5%) e la Cina (6,6%).

Dal punto di vista dei settori lavorativi, il 79,2% dei lavoratori stranieri è impiegato nei servizi, tra questi il 22% nei lavori domestici; l’industria assorbe il 18,7%, gran parte nell’edilizia, l’agricoltura il restante 2,1%. Sono 10.536 le imprese gestite da immigrati in Regione, il 6,2% delle imprese sarde.

«Sono comunità che emigrano in maniera diversa - spiega Putzolu - c'è l'immigrazione al femminile, prevalentemente europea, e quella maschile, prevalentemente africane e parte del Bangladesh, mentre asiatici, cinesi e maghrebini emigrano in coppie o famiglie. Questo significa che gli stili migratori sono diversi e non si può fare di tutta l'erba un fascio».

La distribuzione sul territorio: c’è più concentrazione di immigrati in provincia di Sassari (20.603, incidenza sul totale della popolazione del 4,4%), poi la Città metropolitana di Cagliari (15.103, 3,6%), seguono Sud Sardegna (5.376, 1,6%), Nuoro (4.607, 2,3%) e Oristano (2.928, 2%). Nel 2022 in aumento il numero di persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana: 733, rispetto ai 701 del 2021 e ai 569 del 2020.

«La Sardegna è sempre stata una terra accogliente e solidale - ha sottolineato l’assessora del Lavoro Ada Lai, intervenuta alla presentazione del dossier -. Abbiamo messo in campo una serie di interventi, come “Reti al Lavoro - Percorsi in Comune per giovani e donne in Senegal”, a conferma della volontà di cooperazione reciproca con altre nazioni e altri popoli. A settembre è stato pubblicato l’Avviso per la realizzazione di “Progetti per il rafforzamento e la valorizzazione dei giovani con background migratorio”, per prevenire il rischio di emarginazione socioculturale, economica e lavorativa».

(Unioneonline/L)

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