Continua a migliorare la curva epidemiologica del Covid-19 in Sardegna. Nella settimana tra il 25 novembre e l'1 dicembre la Fondazione Gimbe registra, infatti, un miglioramento dell'incidenza per 100.000 abitanti (207,6) con una diminuzione del 6,6% dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente.

L'incidenza più bassa si registra nel Sud Sardegna (171 casi per 100mila abitanti e -12,3% rispetto alla settimana precedente), mentre quella più alta nella città metropolitana di Cagliari (249 e -9,5%). L'unico dato in negativo arriva dalla provincia di Oristano con l'incremento del +28,2%, anche se l'incidenza resta tra le più basse dell'Isola (176 per 100mila ab.), più bassa anche del Sassarese (207 -5,3% rispetto alla settimana precedente) e del Nuorese (196 e -9,8% rispetto alla settimana precedente).

Restano sotto la media nazionale i posti letto in area medica (5,3%) e in terapia intensiva (2,9%) occupati da pazienti Covid.

Per quanto riguarda la campagna vaccinale, si conferma il rallentamento nelle somministrazioni: la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari all’11% (media Italia 10,6%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari all’1%.

La popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 14,4% (media Italia 11,8%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni guarita da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell'immediato, pari al 3,3%.Il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 19% (media Italia 26,9%).

Tra i più piccoli (5-11 anni) ha completato il ciclo vaccinale solo il 41,7% (media Italia 35,3%) a cui aggiungere un ulteriore 4,5% (media Italia 3,3%) solo con prima dose. 

Tuttavia – rileva il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – «il numero dei nuovi casi settimanali non è più un indicatore affidabile della circolazione virale, sottostimata almeno del 50%». Questo «sia per l'utilizzo diffuso di tamponi 'fai da te', precisa, sia per il mancato testing di persone asintomatiche o paucisintomatiche». 

(Unioneonline/v.l.)

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