Cormorani, morìa di pesci, lavori al palo: i pescatori degli stagni oristanesi allo stremo
Vertice in Provincia sui problemi delle lagune. Gli operatori del comparto pronti a marciare su CagliariPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dai primi di ottobre i cormorani invadono gli stagni dell’Oristanese e i danni sono da milioni di euro. Ma ci sono anche le acque poco ossigenate, le morie di pesci e i lavori di risanamento fermi al palo. Gli stagni dell’Oristanese sono allo stremo e i pescatori sono pronti alla marcia su Cagliari. È l’istantanea emersa durante la riunione convocata dall’amministratore straordinario della Provincia Battista Ghisu che ha chiamato a raccolta i presidenti dei vari consorzi ittici e i rappresentanti delle associazioni di categoria per fare il punto della situazione e stilare un documento da presentare alla Regione.
Oltre all’amministratore, al dirigente Raffaele Melette e al funzionario dell’Ente Rosanna Casu, erano presenti Giuliano Cossu (presidente del Nuovo Consorzio Pontis di Cabras), Raffaele Manca (cooperativa di Is Benas), Alberto Porcu (cooperativa Sant’Andrea di S’Ena Arrubia), Antonio Loi (Consorzio pesca di Marceddì), Gabriele Chessa e Mauro Steri, rispettivamente presidente e responsabile settore pesca della Legacoop Oristano, Antonio Cappai -Confcooperative Oristano e Gianni Fanni , presidente Unicoop Oristano.
L’invasione dei cormorani è già iniziata e gli effetti, secondo i pescatori sono soltanto agli inizi. «Uno studio dell’università di Sassari aveva evidenziato che il danno dei cormorani in provincia si aggira intorno ai 7 milioni di euro» ha osservato Giuliano Cossu, presidente del Consorzio Pontis. Tutti hanno evidenziato l’insufficienza dei ristori rispetto ai danni subiti, rimarcando la necessità di rivedere la normativa sugli indennizzi strettamente legata poi alle modalità di censimento dei cormorani, stabilite ormai 9 anni fa con delibera di Giunta Regionale del 2015. Gabriele Chessa ha ribadito «la necessità di equilibrare la contrapposizione tra attività produttive e specie ittiofaghe protette, con giusti indennizzi e percentuali che definiscano in modo corretto il rapporto tra risorse del bilancio regionale e l’effettiva quantificazione del danno». Fra le varie proposte quella di Antonio Cappai per «un ristoro minimo di base da integrare con una successiva stima dei danni».
Ci si è soffermati sullo stato delle lagune con Antonio Loi che ha ricordato «le batoste di questo 2024 fra morie di pesci e adesso i cormorani – ha detto – In più bisogna accelerare con i lavori di risanamento». Su questo aspetto anche Mauro Steri ha ricordato che «la Regione non ha ancora avviato i lavori di risanamento idraulico». Raffaele Manca ha sottolineato che nei 100 ettari della laguna in concessione oggi lavorano solo 9 pescatori. «Potrebbero lavorare anche venti, ma i danni provocati dai cormorani non lo consentono. Dobbiamo lottare per difendere i posti di lavoro, ormai mancano i giovani». E Gianni Fanni ha insistito sulla necessità dei ricambi occupazionali. L’amministratore straordinario Battista Ghisu ha ascoltato tutte le criticità e assicurato massimo impegno «la Provincia è con i pescatori».