Lo abbiamo conosciuto con i blitz nelle strade italiane, con il traffico bloccato dai suoi attivisti e i monumenti imbrattati. Ora Ultima Generazione, il movimento che lotta per ottenere provvedimenti che combattano il cambiamento climatico, sbarca anche in Sardegna.

Il nucleo dell’Isola, che già conta su una decina di membri, è nato due mesi fa. Ne ha parlato una di loro, Manuela Artizzu, studentessa di Giurisprudenza, intervistata nel corso della trasmissione di Radiolina “Caffè corretto”. La giovane ha anche aperto a possibili manifestazioni sulle strade della Sardegna, sulla falsa riga di quanto già fatto dai colleghi della penisola: «Dobbiamo aspettarci un blocco della 131 o dell’Asse mediano? Chi lo sa».

Artizzu ha spiegato anche chi siano i membri di Ultima Generazione: «Persone e cittadini comuni, come me. Persone che vogliono che le cose cambino, materialmente. Protestano per far sì che il Governo faccia ciò che dovrebbe già fare per quanto riguarda il cambiamento climatico. Perché si chiama Ultima Generazione? Perché siamo l’ultima generazione a poter fare qualcosa». Poi ha aggiunto: «È un’urgenza, altrimenti non ci metteremo a bloccarvi quando andate a lavoro. Non siamo lì per sensibilizzare. È finito il tempo in cui bisognava sensibilizzare. Altri movimenti si occupano di questo, con azioni a basso rischio. Purtroppo non sono abbastanza efficaci». 

Nel corso dell’intervista, l’esponente di Ultima Generazione ha citato casi storici che hanno avuto bisogno di gesti così estremi: «Pensiamo alle suffragiste. Non si potevano vedere donne che votavano e avevano una coscienza politica. Queste donne per rivendicare il diritto al voto incendiavano le cassette postali, si incatenavano alle ringhiere. Non piacevano, però ora abbiamo il diritto di voto».

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