Sono definiti «interventi non più rinviabili». E per effettuarli servono 250 milioni di euro. Ma Area, l’agenzia regionale per l’edilizia abitativa in Sardegna, quei soldi non li ha. A disposizione, grazie agli accantonamenti,  ci sono a malapena 40 milioni, nemmeno un sesto del necessario.

Ma è da queste risorse che parte il “Programma straordinario sulle manutenzioni del patrimonio Erp (edilizia residenziale pubblica) di Area”, ente che nell’Isola gestisce circa 28 mila alloggi. Un piano che deve ancora essere autorizzato, proposto alla Regione dall’amministratore unico Antonello Melis. Per aprire cantieri non più rinviabili. 

Il quadro che emerge dal provvedimento firmato di recente con il direttore generale Filippo Riu appare devastante. Si legge che «si rende urgente e indifferibile dare corso ad un monitoraggio generale del fabbisogno manutentivo del patrimonio aziendale con riguardo alla messa in sicurezza di numerose situazioni di precaria condizione statica degli edifici, all’efficientamento energetico e al recupero di un annoso ritardo nella tenuta manutentiva e di efficienza prestazionale degli edifici», con specifico riferimento «alle minime condizioni funzionali a cui devono rispondere gli alloggi in gestione». 

Insomma: ci sono case popolari al limite dell’agibilità (forse oltre) e della vivibilità. E succede in un contesto nel quale circa un inquilino su quattro è moroso e non paga il canone. Anche per questo motivo la Regione ha dovuto anticipare 9 milioni di euro all’anno, per tre anni: l’alternativa era il collasso, dell’ente e degli immobili.  

Per questo i vertici di Area reputano «opportuno e urgente» partire con i lavori. Dei 40 milioni (la spesa è ancora da autorizzare), 9 andranno alle case popolari del distretto di Cagliari, 8,5 a Sassari e Nuoro, 6 a Oristano e 8 a Carbonia.  Un piccola toppa. 

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