Il governatore della Sardegna annuncia battaglia contro la tassa sullo stazionamento delle barche da diporto contenuta nella manovra del governo Monti.

"Quella che è stata presentata come una misura su beni di lusso in concreto - denuncia il presidente Ugo Cappellacci - rischia di rivelarsi un siluro per la nostra economia e per chi è ben lontano da situazioni di benessere economico". "Le modalità di riscossione - argomenta il governatore sardo - sono tali da far immaginare un effetto-boomerang: le imbarcazioni si terranno lontane dalle nostre coste con grave danno per il settore turistico da diporto e per tutto l'indotto composto da una moltitudine di medie e piccole aziende. Contemporaneamente si fa un regalo alle economie degli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo - aggiunge Cappellacci, ricordando l'esperienza della tassa sul lusso introdotta dalla precedente Giunta regionale e poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta - Qualche anno fa i nostri dirimpettai della Corsica ringraziarono la Sardegna - ricorda il presidente della Regione - Il rischio è che ora l'intero bacino del Mediterraneo esprima la propria gratitudine nei confronti dell'Italia". Secondo Cappellacci, "piuttosto che adottare misure che solo nell'aspetto di facciata riguardano il lusso, sarebbe opportuno andare a reperire altrove le risorse necessarie a colmare il deficit del Paese: per esempio, in quel finanziamento pubblico ai partiti che ancora oggi costituisce la longa manus della politica sulla parte attiva e produttiva della nostra società e che continua a costare ai cittadini mediamente 300 milioni di euro. Si tratta di una cifra ben superiore agli introiti stimati per la tassazione delle imbarcazioni".
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