"I pastori sardi che difendevano il loro lavoro vennero presi a manganellate a Civitavecchia, gli ultrà del Napoli invece possono inscenare un corteo non autorizzato nel pieno centro di Cagliari: qual è il metro con cui viene gestito l'ordine pubblico?".

Così Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia-Sardegna, che ha comunicato, in una nota, la presentazione di un'interrogazione al ministro dell'Interno circa i fatti accaduti ieri nel capoluogo sardo a margine dell'incontro Cagliari-Napoli.

"È ancora viva in città la memoria della mattanza di manganellate sui manifestanti che protestavano contro lo sbarco dei rifiuti campani al porto canale – spiega Cappellacci – : allora non ci fu tanta 'delicatezza'…”.

“La Questura dichiara che è stato consentito ai partenopei di fare quello che volevano perché 'così è stata evitata una guerriglia' – prosegue Cappellacci –: non solo la guerriglia poi si è verificata poche ore più tardi, ma si è corso seriamente il rischio di portarla nel pieno centro cittadino, con conseguenze imprevedibili. Questa linea ha messo in grave pericolo anche le stesse forze dell'ordine”.

"Il corteo – precisa ancora Cappellacci – è ancora più intollerabile perché è avvenuto mentre tutto il mondo sopporta il peso sociale ed economico delle restrizioni dovute al Covid. In questi anni abbiamo visto controlli stingenti, runner inseguiti lungo una spiaggia, una sorveglianza precedenti che sembra valere per tutti, ma evidentemente ha visto un'eccezione per i supporters del Napoli". 

Gli scontri fuori dallo stadio (foto Ansa)
Gli scontri fuori dallo stadio (foto Ansa)
Gli scontri fuori dallo stadio (foto Ansa)

TIFOSI SCATENATI – Ieri, a fare temere il peggio, il corteo provocatorio in centro da parte di trecento tifosi napoletani vestiti di nero e incappucciati, come fossero parte di uno squadrone di triste memoria, cui ha fatto seguito un'incursione fallita per poco alla sede de L'Unione Sarda e gli scontri a fine gara con gli Sconvolts, con il bilancio di un arrestato, tre denunciati e almeno sette feriti tra le forze dell'ordine.

"Obbligarli con la forza a salire sui bus avrebbe significato dover scatenare una guerriglia urbana in pieno centro”, ha commentato a tarda notte il questore Paolo Rossi.

Nel primo pomeriggio gli ultrà sono arrivati in aeroporto e poi hanno raggiunto la stazione di Santa Gilla, rifiutandosi di salire gli autobus diretti alla Unipol Domus. Quindi la polizia li ha scortati fino allo stadio e lungo il tragitto hanno intonato cori contro la città e contro i tifosi avversari. 

Il gruppo composto da oltre 200 persone è arrivato alla Unipol Domus intorno alle 15.30. A pochi minuti dalla fine della partita, dall'esterno dello stadio, altri tifosi cagliaritani hanno iniziato a lanciare prima fumogeni e petardi e poi pietre e bottiglie contro la curva ospite. La polizia è stata costretta ad alcune cariche di alleggerimento e gli agenti sono diventati il nuovo bersaglio del lancio di oggetti. Le forze dell’ordine sono riuscite a respingere i tifosi, che volevano entrare in contatto con i napoletani.

Le parole del prefetto

LE ALTRE REAZIONI – Anche il deputato di FdI, Salvatore Deidda, ha già annunciato di essere pronto a chiedere una risposta al ministro dell'Interno e “spiegazioni convincenti a tale gravissima falla organizzativa. Non trovo giustificazioni per quanto accaduto a Cagliari, prima della partita: tifosi della squadra partenopea autorizzati a sfilare in corteo per tutta la città, sino allo stadio”. 

Duro anche il commento di Fabrizio Marcello, consigliere comunale del Pd: “Prima gli scontri, gli insulti ai sardi e ai cagliaritani, poi il tentativo di infilarsi nella sede dell'Unione Sarda creando panico. E cosa si fa? Gli diamo la possibilità di attraversare la città e arrivare in via Roma. Che fine ha fatto la sicurezza? Questo è un oltraggio alla città, è sbeffeggiare la città”.

(Unioneonline/v.l.)

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