Anche il Diavolo fa i miracoli. Lo scenario è quello incantato di Cala Zafferano. Teulada, eremo estremo della Sardegna verso l’Africa. L’unico paradiso terrestre al mondo circondato da filo spinato e divieti. Il codice di bombardamento è Penisola Delta. Su questo anfratto hanno bombardato, e bombardano, eserciti di mezzo mondo. Non per finta. Capo Teulada, la punta avanzata dell’Isola, è da sempre il bersaglio di missili e bombe, da terra, mare e aria. Involucri esplosivi che perforano come burro la roccia più dura di questa costa. Isolotti e costoni demoliti come se non ci fosse un domani. Nessuno, in quell’acqua che fa arrossire il turchese, può farsi il bagno.

Tutto vietato

Vietato ormeggiare e pescare. Niente sardi e niente turismo. E’ scritto in un’ordinanza di Stato che vieta a chiunque di avvicinarsi in quel proscenio. D’estate e d’inverno, recita la disposizione della Capitaneria, emanata in nome e per conto del Ministero della Difesa. E’ vietato gettare l’ancora e immergersi in quell’acqua cristallina. La giustificazione è tanto declamata quanto surreale: il fondale e l’intero territorio sono costellati di ordigni inesplosi di ogni genere.

Bombe & missili

Pericolo totale. Lo prescrivono a caratteri cubitali cartelli arrugginiti dal tempo, infilzati a decine lungo tutta quella battigia. Più che sabbia, quella di Cala Zafferano, è polvere finissima d’oro bianco. Eppure i magistrati hanno scritto che quell’area è stata devastata, tra il 2009 e il 2014, da 686mila ordigni bellici. Sembra l’ingresso di una spiaggia incantata, invece, è il portale dell’inferno. E non è un caso, forse, che il marchio del Diavolo abbia scelto questo contrastato enclave del Sud Sardegna per girare lo spot pubblicitario più vietato del mondo, dentro uno dei più grandi poligoni militari d’Europa. L’ordinanza dei divieti è datata, ma in questo caso non vale.

La sparizione

Le bombe e gli ordigni inesplosi, tanto utilizzati dai generali per vietare quelle spiagge e quel mare ai sardi e ai turisti, sono di colpo spariti.

Spettacolo

Con autorizzazioni che si ignorano, con la Capitaneria che sembra essersi sfilata dal dare il via libera allo spettacolo da mille e una notte, il grande circo della moda mondiale è approdato dove tutto è sempre stato vietato, a chiunque. Trattori, ruspe, mezzi di ogni genere da 24 ore, domenica compresa, stanno mettendo a soqquadro l’insenatura di Cala Zafferano, la stessa dove sino a qualche giorno fa scorrazzavano carri armati e obici di ogni calibro. Tutto vietato, ma non per il Diavolo, il marchio più «in» della moda italiana. I preparativi sono capaci di far impallidire la prima della Scala.

Effetti speciali

Gli effetti speciali sono irripetibili. Tutto il fondale, quello che i militari dicevano fosse pieno di bombe, adesso è disseminato di fari potenti infilzati in profondità per illuminare in piena notte quell’acqua che nemmeno il più grande scenografo al mondo avrebbe mai potuto riprodurre. Scenografia curata direttamente dal Creato. Il copione, però, è scritto direttamente dal Diavolo: passerelle ciclopiche galleggianti e ancorate in fondo al mare, quello delle bombe sparite, e poi yacht da nababbi che giungono dall’orizzonte carichi di indossatrici mozzafiato.

Modelle sul mare

Modelle strabilianti che passeggiano su acque “turchine”, con una visione tanto blasfema quanto paradisiaca. Camminata galleggiante, con passo elegante e deciso, su quel fondale vietato ai sardi per pericolo di esplosioni. Passerella rossa, come si conviene al colore del marchio del Diavolo. Quel tappeto di legno galleggiante sul mare sfuma, poi, sul bagnasciuga. Notte e giorno centinaia di operatori lavorano sul set di Cala Zafferano per girare la sfilata più “esplosiva” della storia. Motovedette da guerra pattugliano la zona, pronte a cacciare via ogni potenziale sguardo sui miracoli del Diavolo. Il passaparola è cifrato: Generali e Ministero della Difesa non vogliono che si disturbi il demonio.

Ordinanze false

Chi abbia dato le autorizzazioni per tutto questo palcoscenico è un mistero. Di certo il via libera al marchio del Diavolo non potrà che avere un’immediata conseguenza: le ordinanze che vietano ai sardi e ai turisti la fruizione di quelle spiagge e di quelle acque sono fondate su presupposti falsi. Se le bombe non esistono per il marchio del Diavolo non possono esistere nemmeno per tutti gli altri. Martedì notte, nel paradiso di Cala Zafferano, le modelle sbarcano dagli yacht e camminano sul mare. Meglio dei carri armati. Con le bombe sparite. Anche il Diavolo, a volte, fa i miracoli.

Mauro Pili

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