In una parte di Su Stangioni c’è un’area “ad elevata pericolosità idraulica”. Lo ha detto il Comune di Cagliari, lo ha ribadito il Consiglio di Stato: oggi è stato bocciato  senza appello il ricorso dei proprietari dei terreni,  che volevano costruire delle case. Non solo. Lungo la 131 dir, lì accanto, dove sorge l’ex inceneritore, palazzo Bacaredda ha speso milioni, e ne ha altri che arrivano dal Pnrr già impegnati, per la realizzazione della stazione di trasferimento dei rifiuti. 

Sentenza da una parte e progetto già finanziato dall’altra rischianod i essere in contraddizione con il piano della Regione che vorrebbe spostare il nuovo stadio fra le statali 131 Dir e 554 (qui tutti i dettagli).  Molto più di un’idea. Ci sono i render, come anticipato da L’Unione Sarda. E c’è anche un consigliere comunale molto vicino all’entourage di Villa Devoto, Marcello Polastri, che pubblicamente parla di «trattative istituzionali in corso».

Anche se una delle istituzioni, quella che amministra Cagliari ed è guidata da Paolo Truzzu, resta ferma su Sant’Elia. E ci lavora da anni. L’intrigo stadio è servito, quando in teoria si doveva andare verso la chiusura della partita. 

IL CONSIGLIO DI STATO. La vicenda è nota. Un gruppo di proprietari di appezzamenti a Su Stangioni voleva realizzare una lottizzazione. Nel 2014 il Comune non diede il via libera «rilevando una serie di criticità, compresa quella della necessità di appositi studi in un'area con elevati rischi idrogeologici», spiega la consigliera di Possibile, Giulia Andreozzi. Che dà conto del primo ricorso dei privati, respinto dal Tar, e della sentenza del Consiglio di Stato emessa oggi, che boccia l’ulteriore impugnazione. I giudici di Palazzo Spada, ricalcando gli atti dei tecnici del Comune, scrivono che gli studi sulla zona  “sono stati avviati considerando l’intero bacino idrografico del Rio Fangario. Dalle prime verifiche effettuate risulta che l’intera strada di Piano, dal quale è previsto l’accesso al comparto del piano particolareggiato, ricade in area a rischio idraulico molto elevato Hi4». Ossia, massimo pericolo di  allagamenti. Elemento che per Andreozzi rende irrealizzabile il trasferimento del progetto. Ma dalla Regione fanno sapere: «L’area a rischio non c’entra niente con quella ipotizzata per lo stadio». 

I PIANI DEL COMUNE. Il Comune, dall’era Zedda e con Paolo Truzzu, ha lavorato per il nuovo impianto a Sant’Elia. Tanto che dove la Regione vuole realizzare i parcheggi dello stadio, stando al render, il Municipio ha pianificato un’area di scambio per i mezzi che trasportano rifiuti. Un’opera importante che, tra cantieri già chiusi e da realizzare, ha già richiesto l’investimento di 9 milioni e 930mila euro. L’ultima delibera della giunta risale allo scorso novembre: sono stati stanziati 1.867.099,61 euro per i "Lavori di adeguamento della viabilità di accesso alla stazione di trasferimento”. Lì per il Comune devono parcheggiarsi i camion carichi di rifiuti, non i tifosi con le loro auto. 

IL CONSIGLIERE. Chi opera in Comune (banchi della maggioranza) ma a quanto pare dialoga molto con Villa Devoto, è il consigliere sardista Marcello Polastri. Rispondendo a un lettore che si lamenta di questo strano balletto, chiarisce: «Allo stato attuale sono in corso dialoghi istituzionali per la cessione e acquisizione di aree», esordisce, «tra questi la possibilità di realizzare il nuovo e attesissimo stadio in una zona periferica della città», ossia Su Stangioni, «servita da arterie stradali già esistenti. Purtroppo», è il messaggio, «il progetto di Sant’Elia è fermo da troppo tempo. La Regione potrebbe far svoltare anche questa pagina di interesse collettivo».

  

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