Rwm, attesa per il verdetto sulla Via: attivisti di nuovo in piazza
Al centro della contestazione l’ampliamento dello stabilimento Rwm di DomusnovasPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sarà un’altra mattinata di protesta, tra richieste di trasparenza e timori per l’impatto ambientale, per il Cagliari Social Forum e il Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina che, domani, dalle 9.30, daranno vita a un presidio davanti alla Sovrintendenza ai Beni Ambientali in via Cesare Battisti 2.
E poi dalle 11 la mobilitazione si sposterà sotto la Giunta regionale in viale Trento. Al centro della contestazione: la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per l’ampliamento dello stabilimento Rwm di Domusnovas-Iglesias, ormai giunta alla fase decisiva.
Secondo gli organizzatori, lo stabilimento – attivo nella produzione di armamenti ed esplosivi – avrebbe ottenuto in passato autorizzazioni senza essere sottoposto alla necessaria Via preliminare. Una condizione ribadita da una sentenza del Consiglio di Stato del 2021, che ha riconosciuto lo stabilimento come sito a elevato rischio e dichiarato illegittime le licenze edilizie rilasciate all’epoca. I lavori effettuati, quindi, risultano per i comitati “abusivi”.
La società, nel 2022, ha presentato una richiesta di Via ex post, considerata dai manifestanti una sorta di sanatoria. Il procedimento, durato tre anni, sarebbe stato continuamente complicato – sostengono – da nuove modifiche apportate all’impianto, rendendo difficile una valutazione organica degli impatti.
Ora l’istruttoria è terminata e la decisione spetta alla Giunta regionale, che dovrà esprimersi entro la metà di dicembre, come stabilito dal Tar Sardegna.
I promotori della protesta chiedono una valutazione negativa, citando criticità legate al rischio idrogeologico delle aree interessate, alle presunte violazioni dei vincoli paesaggistici e alla mancanza di un progetto unitario di ampliamento.
Tra i dubbi sollevati emergono anche interrogativi di carattere politico e sociale: dalla compatibilità tra le attività dell’azienda e un territorio già gravato da servitù militari, fino al tema dell’occupazione, definita dagli organizzatori «precaria e inferiore ai numeri spesso dichiarati».
Il presidio di domani non sarà, spiegano i promotori, un confronto diretto con la presidente della Regione Alessandra Todde, ma un momento per chiedere chiarezza sulle intenzioni della Giunta prima della decisione definitiva. Le associazioni annunciano che continueranno a vigilare e invitano cittadini, movimenti, sindacati e partiti a partecipare per «non piegarsi alla logica del ricatto occupazionale».
