L’accesso è negato. Come si conviene all’evocata amministrazione trasparente che fa bella mostra nell’home page del sito della Camera di Commercio di Cagliari – Oristano. Argomento vietato a chi non è autorizzato. Il server rispedisce al mittente la richiesta di accesso agli atti di una delibera natalizia riservata a pochi eletti. L’albo pretorio interrogato sull’atto che traccia il futuro dell’aeroporto di Cagliari si lascia sfuggire solo un dettaglio: mandato esplorativo Sogaer – delibera giunta camerale n.121 del 20 dicembre 2021 (nella foto). La delibera è approvata. L’operazione, emersa in tutti i suoi dettagli nell’inchiesta dell’Unione Sarda, non solo è confermata, ma deflagra in tutta la sua evidenza con un atto che doveva restare blindato nelle stanze del Largo Carlo Felice a Cagliari.

Sottobosco finanziario

Un’operazione gestita direttamente nel sottobosco della finanza, della politica e degli affari d’alta quota, con risvolti terrestri che si affacciano in modo imponente all’orizzonte. Di certo la delibera della Giunta Camerale è solo apparentemente fumosa e generica, in realtà ci sono tutti i presupposti che consentirebbero di chiudere in totale autonomia la svendita dell’aeroporto, sull’altare di sinergie campate per aria, richiamate solo come paravento di un’operazione tutta protesa a cancellare la gestione pubblica dello scalo cagliaritano per affidarlo agli “stranieri” dell’alta finanza, italiana e mondiale. In pratica una scalata destinata a portar via dalla Sardegna le chiavi d’ingresso all’isola dei Nuraghi. E non ci vuole molto per decodificare la delibera che finisce, comunque, nelle nostre mani.

Su il sipario

A far venire allo scoperto il tutto è l’inchiesta del nostro giornale che rivela, documenti alla mano, il cambio della compagine sociale della società di gestione dell’aeroporto di Cagliari, la Sogaer. Secondo gli atti che rendiamo pubblici emerge che tra i soci compare di punto in bianco il fondo finanziario F2i, con un modesto, quanto insidioso, 0,205%. Una quota che apre lo scrigno di via dei Trasvolatori ad Elmas, facendo intravvedere lo spettro di un aumento di capitale in grado di trasformare quella quota infinitesimale in maggioranza assoluta. Uno scenario già visto negli anni passati, prima ad Alghero e poi ad Olbia, finiti entrambi nelle mani di F2i e degli americani di Black Rock. Nel bel mezzo della pubblicazione dei documenti sull’Unione Sarda la Sogaer è “costretta” a far venire allo scoperto, pur sempre nel silenzio esterno, il piano di dismissione dell’aeroporto. E’ il 17 dicembre quando la società di gestione dello scalo del Sud Sardegna pone una “pezza” al silenzio sull’operazione, tenuta, sino ad allora, tutta sottobanco.

La parola “magica”

La nota, a firma della donna volante, la presidente della Società di gestione aeroportuale, Monica Pilloni, di stretta fede bancaria e ritenuta da tutti legata direttamente al Presidente della Camera di Commercio Maurizio De Pascale, vero deus ex machina dell’operazione, è un coacervo di giustificazioni che difficilmente reggerebbero all’incedere della logica. La parola d’ordine, senza alcuna spiegazione credibile, è la “complementarietà” tra i tre aeroporti della Sardegna.

Il cavallo di Troia

Il cavallo di Troia, debole specchietto per le allodole, è messo nero su bianco nella nota della Sogaer, ripresa integralmente, dalla delibera della Camera di Commercio: «segnala l’opportunità di attuare sinergie ritenute indispensabili per affrontare i cambiamenti imposti dalla recente crisi causata dalla pandemia, ma soprattutto necessarie per assicurarsi un ruolo strategico nello scacchiere del trasporto aereo, per accrescere il peso negoziale e la competitività a livello nazionale ed europeo e intercettare una più ampia domanda di servizi turistici». Formule e prospettive, tutte espresse con pomposi e aleatori proclami di unità aeroportuale, che fanno emergere, in realtà, un vero e proprio paravento, utilizzato come formula magica per coprire il vero obiettivo: mettere nelle mani di F2i l’aeroporto di Cagliari, perdendo totalmente il ruolo essenziale del “settore pubblico” e delle istituzioni sarde nella gestione della principale porta d’ingresso della Sardegna. E non ci vuole un investigatore privato per scoprirlo. Nella delibera c’è un capoverso, molto più di una confessione, che lascia comprendere che non ci sarà nessuna reale evidenza pubblica nell’individuazione di eventuali partner industriali. Il disegno di cessione dell’aeroporto, sotto la formula della ricerca di sinergie, è già preconfezionato.

Arrampicata

La Sogaer, arrampicandosi sugli specchi, tenta di giustificare la scelta dei soggetti con cui trattare l’operazione, arrivando persino ad affermare che la ricerca di possibili sinergie è «supportata dalle opportunità di confronto assicurate dalla partecipazione della medesima (la Sogaer n.d.r) nel direttivo Assoaeroporti». Peccato che in quel consesso, una sorta di confindustria dei cieli, la Sogaer riesca ad intrattenere rapporti solo con alcuni e ben individuati soggetti. Utilizza, insomma, la giustificazione, davvero risibile, della partecipazione della Sogaer all’Assoaeroporti per stringere rapporti nientemeno che “con il Presidente del Consiglio di Amministrazione delle società di gestione degli aeroporti di Olbia e di Alghero”. Insomma, l’Assoaeroporti diventa la scusa-giustificazione per intrattenere rapporti diretti proprio con Roberto Barbieri, il proconsole di F2i in Sardegna, l’ex senatore del Pd diventato di punto in bianco il padre padrone degli aeroporti dell’Isola.

Nome e cognome

Se sino a questo punto non fossero stati chiari, sia il nome di Barbieri che la missione in terra sarda, la presidente della Sogaer ci mette del suo per circoscrivere, con il filo spinato, il recinto entro il quale l’operazione deve essere conclusa. Nella delibera, infatti, dopo aver elencato gli incarichi da chairman di Barbieri in Sardegna, ci tiene a ricordare che i colloqui sono avvenuti anche con “l’amministratore delegato della società di gestione dell’aeroporto di Napoli”. Peccato che la persona sia sempre la stessa, quel Roberto Barbieri che, per conto di F2i, controlla anche, e soprattutto, l’aeroporto Capodichino di Napoli, di cui, appunto, è amministratore delegato. Cosa c’entrino gli scali di Olbia, Alghero e Cagliari con quello di Napoli è roba per novelli azzeccagarbugli dei cieli. In questo scenario, dunque, gli aeroporti sardi finirebbero sotto il “Regno Borbonico” dell’aeroporto di Napoli, che punta, magari, ad avere la Sardegna e i suoi aeroporti come satelliti dello scalo del Vesuvio.

Tutto già deciso

La delibera della giunta camerale in realtà è un “proforma”, che avalla il piano già scritto e definito nelle segrete stanze dell’alta finanza. E sarà certamente la Sogaer, però, a pagare le ricche consulenze che già si affacciano sulla strada della privatizzazione mascherata dalla “sinergia tra aeroporti”. L’atto della Camera di Commercio prevede quattro passaggi che in realtà appaiono già tutti codificati e tenuti sottotraccia, per illudere tutti, o quasi, di essere protagonisti di questa operazione. La delibera prevede di analizzare possibili forme di sinergie e integrazione, l’individuazione di un advisor legale e finanziario, scegliere uno studio legale qualificato e, poi, persino un’agenzia di comunicazione per intrattenere i rapporti con la stampa. Insomma, dagli affari legali al fiocchetto per i media. Emblematico è il compito che la delibera assegna allo studio legale da incaricare: «dare il necessario supporto tecnico nella definizione degli assetti di gestione e nella predisposizione dei conseguenti patti parasociali». Dunque, «patti parasociali» per gestire un aeroporto intercontinentale, sottoposto ad un regime concessorio quarantennale da parte dell’Enac. Il presidente della Camera di Commercio, Maurizio De Pascale, in diverse occasioni, ha affermato di aver già discusso della questione sia con l’Enac che con la Regione. Non ci sono, ovviamente, prove del contrario, ma è altrettanto certo che sia l’Enac che la Regione hanno pesantemente smentito di aver mai parlato e condiviso questa operazione con chiunque.

Patto parasociale

Un fatto è certo, l’Enac non può stare a guardare, visto che, secondo quanto scritto nella delibera, si sta, di fatto, configurando un “patto parasociale” per la gestione di una concessione aeroportuale dello Stato. E non è un caso che l’atto della Camera di Commercio, accogliendo in toto la richiesta della presidente della Sogaer, disponga di seguire, «in stretto e frequente raccordo, l’evolversi del confronto, riservandosi di assumere ogni decisione». La giunta camerale, poi, scrive di voler operare nell’ambito delle normative vigenti in materia di “Società a partecipazione pubblica”, ma, in realtà, ha già deciso che l’operazione si deve fare con F2i, alla faccia dell’evidenza pubblica. La Sardegna, dunque, è destinata a cedere le proprie chiavi d’ingresso al nuovo proconsole dei cieli venuto da Napoli, il senatore volante, fattosi manager d’alta finanza, che prepara lo scacco matto per gli aeroporti sardi, con il silenzio e la complicità di molti.

Spada di Damocle

I giochi, dunque, sembrerebbero già fatti, salvo colpi di scena che potrebbero rivelarsi ben più delicati nel prosieguo dell’operazione. Non foss’altro che tutto intorno all’aeroporto ruotano interessi e affari che, in alcuni passaggi tenuti segreti, hanno visto una sovrapposizione di interessi pubblici e privati degna di ogni attenzione. In ballo c’è, soprattutto, l’aspetto più delicato di un’infrastruttura come un aeroporto: la sicurezza e la sua fruibilità futura. Un capitolo tutto da scoperchiare con tanto di pareri dell’Enac, prima negativi e, poi, ribaltati. In gioco, poi, c’è una partita imponente che rischia di pesare come una spada di Damocle sull’intera operazione dove gli interessi privati hanno, in alcune corrispondenze rilevanti, pesantemente sconfinato in quello pubblico, con carte scottanti e documenti ancora blindati nel fascicolo dell’affare da consumare sulle sponde dello scalo di Santa Gilla.

(12.continua)

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