Il Comitato per l'Insularità, presieduto da Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu, ha invitato tutte le amministrazioni comunali sarde, venerdì 13 settembre, a esporre davanti ai rispettivi municipi lo striscione con su scritto "Insularità in Costituzione".

Finora decine di sindaci hanno detto sì: ben 160, e tante altre adesioni continuano ad arrivare.

L'invito, ha detto Frongia, è stato "accolto con grande e crescente entusiasmo. È un grido forte, continuo, robusto, quello che si sta alzando dalla Sardegna, pronto a riecheggiare fino a Roma e oltre, verso Bruxelles".

"Oggi la Sardegna ha urgenza di vedersi riconosciuto un diritto, l'insularità, e questo può avvenire attraverso la modifica della Carta Costituzionale, l'unico modo per colmare gli svantaggi che non consentono alla Sardegna di progredire. Tutta la classe politica nella sua interezza, senza colore né distinzione alcuna, ha accettato questa sfida epocale e insieme al mondo della cultura, delle imprese, dello sport, dell'Associazionismo, delle Università, ha seguito una strada tracciata lungo binari nuovi, di certo capaci di aprire scenari inediti".

"Non solo un gesto simbolico - evidenzia ancora Frongia - ma l'occasione per urlare con chiarezza che non siamo più disposti a restare silenti e proni di fronte ad un Parlamento che si disinteressa del nostro presente e del nostro futuro". Sulla stessa linea la presidente del Comitato Scientifico Maria Antonietta Mongiu, secondo cui "davanti a una battaglia epocale come questa serve unità. L'insularità è una condizione che produce ritardi di sviluppo sociale ed economico e fa dei sardi cittadini con diritti ridotti e affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma. Dal riconoscimento del principio di insularità dipende lo sviluppo della Sardegna e delle future generazioni".

La proposta di legge di iniziativa popolare è stata depositata in Senato per la modifica dell'articolo 119 della Costituzione ed è oggi ferma in Commissione Affari Costituzionali.

(Unioneonline/D9
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