"Da Cagliari per Ilaria Salis" è il comitato nato in città per chiedere che la donna, detenuta in Ungheria, possa tornare a casa e che ha radunato in piazza Garibaldi una nutrita folla di cagliaritani e cagliaritane al grido di “Ilaria libera”.

Un’idea nata dai compagni e dalla compagne di classe che con Roberto, il padre di Ilaria, hanno condiviso gli anni del Liceo Siotto, fermamente convinti che anche in Sardegna sia necessario far sentire la voce della solidarietà e del sostegno alla lotta di Ilaria e della sua famiglia per il rispetto dei suoi diritti.

Come è noto Ilaria Salis continua a essere reclusa nel carcere di massima sicurezza di Budapest, ormai da oltre un anno. Il 28 marzo è prevista a Budapest la prossima udienza del processo.

«Un anno di prigionia in un Paese in cui, secondo le principali organizzazioni umanitarie, non sono garantiti i diritti dei detenuti e la democrazia è giorno dopo giorno limitata dalle leggi liberticide di Orban. Siamo preoccupati per Ilaria, siamo preoccupati per la sua sicurezza e per gli esiti di un processo inquinato dall’ideologia antidemocratica delle istituzioni ungheresi».

Per i manifestanti il governo Italiano ha sottovalutato quanto sta avvenendo ai danni della nostra connazionale. «Consideriamo insufficienti le risposte dei Ministri italiani Tajani e Nordio perché danno l'impressione che il valore dei diritti umani non corrisponda a quello della Costituzione. Ilaria Salis non può essere discriminata in quanto antifascista e la sua libertà non può essere sacrificata sull’altare di giochi politici tra governi “amici”». E per questo chiedono al Governo italiano e alle Istituzioni Europee di attivarsi con la massima urgenza.

Insieme al Comitato “Da Cagliari per Ilaria Salis” anche diverse associazioni, gruppi, movimenti e partiti politici.

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