Tra un mese saranno passati cinque anni da quando, il il 23 novembre 2014, gli ultimi 340 detenuti hanno lasciato le 381 celle del grande edificio sul viale Buoncammino, il più grande di Cagliari e, parola di Antonello Sanna, direttore del dipartimento d'architettura dell'università del capoluogo sardo, uno dei più panoramici al mondo perché domina un intero giro d'orizzonte.

Con i suoi 16mila metri quadri di sviluppo, l'ex carcere è da allora una potenzialità inespressa per Cagliari e la città metropolitana. Una parte dell'edificio non ha mai smesso di essere utilizzata e ospita uffici dell'amministrazione penitenziaria e della Prefettura e archivi del Tribunale di Sorveglianza.

Prima e dopo la chiusura, molto si è discusso su cosa farne: un dibattito cui hanno partecipato intellettuali, cittadini, enti. Il Demanio, che si era detto disponibile a cederlo ma resta proprietario, la Regione, che inizialmente ha chiesto di averlo ma poi sembra aver frenato, il Comune e la stessa Università.

Tra le ipotesi in campo: un grande albergo, alloggi per studenti, un'area espositiva (magari dedicata all'esperienza carceraria), esercizi commerciali. Tutto rimasto sulla carta, e da più di un anno sul destino di Buoncammino sembra essere calato il silenzio. Le interlocuzioni, però, continuano.

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