«Invece di attaccare i giornalisti dovrebbe occuparsi di fare pulizia all’interno del suo contesto». Così Alessandra Todde si riferisce alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha duramente criticato l’inchiesta di Fanpage che ha fatto emergere un sottobosco di nostalgici fascisti tra i giovani di Fratelli d’Italia: «Infiltrarsi nelle riunioni dei partiti è roba da regime», ha detto la premier, riferendosi ai video che dimostrano inni al Duce e rievocazioni del più becero estremismo di destra. 

«Quello che mi fa impressione», ha aggiunto Alessandra Todde intervista a Sky, «è che mentre si tenta di far passare queste espressioni che abbiamo ascoltato e visto come incidenti, come folklore, queste sono invece la dimostrazione lampante che il contesto neofascista è molto forte». 

Meloni «in campagna elettorale mi ha fatto il verso dicendo che nel mio programma c’era l’antifascimo. Bene, io lo dico orgogliosamente e lo rivendico: siamo antifascisti». 

In Tv la presidente della Regione ha articolato un messaggio che, in modo più diretto, aveva veicolato ieri durante il Sardegna Pride: Todde era suol carro principale, assieme al sindaco di Cagliari Massimo Zedda. A un certo punto ha mostrato un cartello con su scritto “’sta rottura di coglioni dei fascisti”. 

Un motto, ormai. Riprende una dichiarazione di un cittadino qualunque, Ivano Ceccarelli, di Rocca di Papa. L’aveva pronunciata in occasione di una manifestazione di Casapound contro l’arrivo di un gruppo di immigrati, sbarcati dalla Diciotti, in quel centro: «...'sti poracci, che oltre a essersi fatti la navigata, la sosta... mo se stanno a fa' pure diec'ore de pullman, e quando arriveno qua se devono gode' pure sta rottura de cojoni dei fascisti». Parole che sono diventate uno slogan. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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