Vi racconto tre storie. Tutte e tre hanno un elemento in comune. Provate a indovinare. Chi non ci riesce troverà la risposta alla fine dell'articolo; così sarà costretto a leggerlo.

Prima storia: è di questi giorni il "caso Vandi". L'atleta diciottenne di Pesaro che si è distinta agli Europei Under20 del 2017 e quest'anno ai Mondiali di Tampere con il primato italiano sui 400 e nella staffetta. Per questo il sindaco di Pesaro l'ha voluta premiare, con un mazzo di fiori. Il prezioso obolo è costato caro: il Comune ha dovuto assumere delibere consiliari, offrire richiami normativi, approntare motivazioni, preventivi, ottenere verifiche, visti e autorizzazioni. Sono stati contemplati, tra gli altri: ANAC, INPS, INAIL, Collegio dei revisori, oltre al servizio finanziario comunale. Il tutto per un mazzo di fiori costato 22 euro + iva.

Seconda storia: una famiglia di conigli sembrava dimorare in un fazzoletto di terra all'interno del porto industriale di Cagliari. Negli scorsi anni dovevano essere svolti importanti lavori di cantieristica navale. Scoperti i conigli, la Soprintendenza ne ha prescritto la tutela. Si sono così svolti appostamenti e ricerche, invano. Dei conigli (forse spaventati dalla tutela) nessuna traccia. Si è allora avvertita la necessità di "traslocare" il limonium (piante erbacee) rimuovendole una ad una, zolle comprese. Ma le piantine sono presto morte. Nel frattempo i lavori si sono fermati, sono rimasti sospesi per due anni e si sono persi più di due milioni di euro.

Terza storia: nel novembre scorso si è spiaggiata sul litorale di Sorso una balena di 17 metri. Le istituzioni locali hanno atteso per settimane. Poi hanno deciso di convocare una conferenza di servizi con tutti gli enti competenti per decidere il da farsi. Radunati 18 Enti, si sono accorti che nel frattempo le mareggiate avevano distrutto la balena. È stato così che gli studenti dell'Università di Sassari si sono potuti cimentare nella ricostruzione dello scheletro.

Torna alla memoria il celebre romanzo di Moszkowski "Isole di saggezza", dove l'autore descrive così l'isola di Atrocla: "Ad Atrocla hanno sviluppato l'arte di complicare le cose, al punto che neppure un genio potrebbe sbrogliarle. Ogni aspetto anche minuto della vita quotidiana di Atrocla è regolato da una pletora di leggi, codici e regolamenti di una tale complicazione e contraddittorietà che è impossibile per un abitante dell'isola non infrangerne almeno una. Le leggi e le leggine promulgate sull'isola sono conservate in ben 350 mila volumi, che compongono la Biblioteca nazionale. I bibliotecari li tengono rigorosamente sotto chiave: nessuno può conoscere le leggi che pure dovrebbe rispettare. I bibliotecari si distinguono in due categorie: quelli che non danno informazioni e quelli che le danno sbagliate".

Ora il lettore avrà chiaro qual è il filo rosso fra queste storie. Gli anglosassoni lo chiamerebbero red tape, ricordando il nastro rosso che segna il percorso delle lunghe code verso uno sportello pubblico. Fatta la fila, ci si avvede che il funzionario non è impegnato a risolvere i problemi dei contribuenti ma svolge altra attività, che gli stessi anglosassoni chiamano: pushing papers. Cioè il gesto, odioso anche per lui, di spostare fogli di carta da una scrivania all'altra.

Tutte e tre le predette storie sono dunque accomunate da un problema e un destino comuni. La burocrazia ed i suoi effetti: i problemi restano per lungo tempo irrisolti; i contribuenti pagano la loro risoluzione (in termini di servizi pubblici) infinite volte; i processi socioeconomici si bloccano; cresce la frustrazione per cittadini e dipendenti pubblici; si perde fiducia nelle istituzioni; fiorisce - con la negazione dei diritti - un'economia suppletiva di favori e regali (gift economy); si dà fiato al populismo che, solitamente, finisce con l'aggravare il quadro appena descritto.

Inoltre, si giunge alla sensazione che il malfunzionamento dell'apparato pubblico sia un fatto naturale, un male necessario da iscrivere tra le vicende del "De rerum natura". Solo che anche l'opera di Tito Lucrezio Caro inizia bene (con l'inno a Venere) ma finisce male (con la peste di Atene). E per quanto epicureo sia il nostro approccio, se non mettiamo urgentemente mano a questo problema anche le prossime storie che racconteremo non saranno a lieto fine.

Aldo Berlinguer

(Professore ordinario all'Università di Cagliari)
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