Partita chiusa, senza appello. Il Consiglio di Stato con la sentenza emessa ieri mattina ha scritto per sempre la parola fine per quel traffico di fanghi fognari pugliesi che per un anno ha impestato la Sardegna, da nord a sud. Una decisione dei giudici della Corte suprema amministrativa che non lascia margini. Gli intermediari che avevano gestito i viaggi fognari dalla Puglia verso l'Isola sono esclusi dalla gara d'appalto dell'Acquedotto Pugliese. Nel corso del processo di secondo grado sono persino emerse dichiarazioni false rese in sede di gara che potrebbero far passare il procedimento dall'amministrativo al penale.

Sardegna salva

Con la sentenza di ieri si chiude un capitolo che per oltre un anno ha tenuto sotto scacco la Sardegna con un via vai di camion carichi di rifiuti fognari che venivano smaltiti in un impianto di Magomadas, rivelatosi fuori legge, trasferiti, poi, nella potenziale discarica di proprietà del Consorzio industriale di Sassari. Ad essere stata "cacciata" via dalla gara d'appalto che assegnava i fanghi fognari dei depuratori dell'intera Puglia per essere, poi smaltiti, è proprio la potentissima Emmegi Ecologia di Bari, l'intermediaria che trattava l'operazione con la Domus srl di Sassari, della onnipresente famiglia Patteri. L'affare dei fanghi fognari pugliesi in Sardegna, dunque, è definitivamente chiuso.

Sciabolata

La sciabolata finale, decisa e risoluta, è scoccata ieri a fine mattinata quando i Giudici di Palazzo Spada a Roma hanno emesso il verdetto: l'aggiudicazione dell'appalto per il trasferimento nell'isola dei reflui fognari dell'Acquedotto Pugliese alla cordata sardo-pugliese è annullata. Un colpo finale per una storiaccia che ha agitato, e non poco, intere comunità sarde e allertato le Procure di mezza Sardegna. La sentenza dei massimi giudici amministrativi non solo conferma la decisione già assunta dal Tar pugliese ma ribadisce un concetto esemplare: non si può partecipare ad una gara pubblica se non si ha il preliminare e obbligatorio requisito della disponibilità dei siti dove smaltire cotanto scarto fognario.

Fatti fuori

I signori della Emmegi Ecologia, con la consorella sarda della Domus, avevano offerto prezzi stracciati per scaraventare fanghi a gogò nell'Isola dei Nuraghi ma avevano omesso di scrivere che l'impianto di Magomadas era ed è sequestrato e che la discarica del consorzio provinciale di Sassari in località Barrabò non era autorizzata a smaltire quei fanghi. A far saltare per aria quell'operazione era stata l'inchiesta dell'Unione Sarda che, incrociando gli atti di gara dell'acquedotto pugliese con le autorizzazioni mancanti in Sardegna, aveva indotto il Consorzio industriale a smentire pubblicamente le affermazioni rese dalla Domus sulla disponibilità della discarica consortile. Comunicazione che ha fatto saltare definitivamente i giochi. I Giudici del Consiglio di Stato nella sentenza richiamano la stessa inchiesta dell'Unione Sarda che aveva svelato l'assenza dei requisiti dei partecipanti. La Corte, quindi, sancisce un principio inappellabile: «E' quindi evidente che il requisito professionale di effettiva disponibilità di impianti per la gestione dei rifiuti codice CER 190805 da parte dei titolari degli impianti medesimi doveva essere dichiarato dal concorrente anche nell'ipotesi - pure prevista - che non fosse egli stesso il titolare di tali impianti, bensì semplice intermediario che intendesse servirsi di impianti di altri soggetti». Il caso è chiuso. Nessun altro appello potrà essere proposto perché il Consiglio di Stato non ammette un nuovo grado di giudizio. I fanghi pugliesi resteranno in Puglia, la Sardegna e il Consiglio di Stato hanno detto stop.

Mauro Pili

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