Otto mesi di verifiche su ordinanze, pareri del Comitato tecnico scientifico, ruoli di responsabilità in Regione ed eventuali legami tra l’apertura dei locali e la diffusione del contagio nel sud Sardegna, quindi la decisione: la Procura di Cagliari ha chiesto l’archiviazione dell’indagine aperta lo scorso novembre contro ignoti per epidemia colposa. Decisione assunta dal procuratore facente funzioni Paolo de Angelis e dai colleghi del pool che hanno coordinato gli approfondimenti investigativi, l’aggiunto Guido Pani e il sostituto Daniele Caria.

Il Palazzo di giustizia di Cagliari
Il Palazzo di giustizia di Cagliari
Il Palazzo di giustizia di Cagliari

L’ORDINANZA DELL’AGOSTO 2020 – Al centro delle verifiche c’era l’ordinanza 38 con cui il governatore Christian Solinas l’11 agosto 2020 aveva concesso l’apertura alle sale da ballo. Su Rai3 i consiglieri regionali Giovanni Satta e Angelo Cocciu avevano affermato di aver ricevuto pressioni «dagli imprenditori» e si erano rivolti al governatore: si trattava «di tenere aperto solo uno o due giorni. Abbiamo rischiato un po’». Gli inquirenti cagliaritani avevano deciso di valutare la consistenza e l’efficacia di queste presunte pressioni e di scoprire se la riapertura fosse legata a quella iniziativa. L’esito dell’inchiesta è significativo, e in generale il via libera avrebbe avuto comunque una incidenza sulla diffusione del virus irrilevante o forse inesistente.

Il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari
Il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari
Il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari

IL CTS – Poi c’era la presenza del parere del Comitato tecnico scientifico sul quale il presidente aveva basato la decisione: esisteva? È emersa la presenza di una mail con la quale un solo componente del Cts, indicando regole stringenti per impedire la diffusione di contagi, dava in pratica il benestare all’apertura. Non era vero, come vi si sosteneva, che gli altri tre colleghi fossero d’accordo (lo aveva ammesso lo stesso autore del documento, Stefano Vella, solo a distanza di giorni), ma il governatore aveva inteso quella comunicazione, comunque non vincolante, come un via libera. E poco dopo, intorno alle 22 dell’11 agosto 2020, aveva firmato l’ordinanza. I pm, considerato ogni aspetto della vicenda, ora hanno deciso di chiedere l’archiviazione.

Andrea Manunza

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