Di Maio e quell'altro: il commento di Luca Telese
Uno sfogo contenuto in un audio piratatoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Ogni volta devo fare accordo con quello!", dice Luigi Di Maio apparentemente esasperato in un audio "rubato" mentre parla ai militanti a Cosenza. E in questo sfogo dal sen fuggito, mentre tutti capiscono che sta iniziando a parlare di Matteo Salvini, si intuisce il punto di verità di un rapporto fra i due vicepremier. Un audio piratato che non ribalta la realtà, ma la spiega, e fa capire meglio di ogni retroscena come si reggono i delicati equilibri del governo. Le esasperazioni, i tic, gli umori neri.
Questa certificazione non voluta, sembra la chiave, insieme alle altre riflessioni che Di Maio ha consegnato al suo uditorio in quell'occasione, che spiega perché (malgrado tutti i pronostici), il governo non è caduto nei momenti di crisi (e non cade nemmeno adesso). Non c'è una situazione di rottura, ma semmai, piuttosto, un malessere endemico, una convivenza difficile come quella tra coniugi logorati dal tran tran quotidiano, quello che i francesi chiamano, con una espressione che può tenere insieme il meglio e il peggio, menage.
I due sposini gialloverdi, sono passati in un pugno di mesi dal bacio sui muri immaginato dal graffitista Tvboy, a questa convivenza belligerante, un marito e un moglie condannati a coesistere. Lo abbiamo raccontato, su questo giornale, mese per mese, senza mai farci ingannare dalle apparenze. E infatti il racconto che Di Maio fa agli attivisti del Movimento 5 Stelle, nella registrazione-verità messa in rete dal sito LaCnews di Cosenza, è persino impressionante, per il candore di sincerità che attraversa il vicepremier.
Non il senso epico di un leader in battaglia, ma il flusso di coscienza di un uomo provato che si racconta: «Dopo le elezioni - dice Di Maio - non avevamo alternativa: o andavamo all'opposizione o cercavamo di portare a casa il più possibile nelle peggiori condizioni. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Cdm, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell'altro là e dobbiamo fare un accordo».
Tuttavia ieri, anche in uno dei tavoli di crisi più complesso di questi giorni (quello per salvare le 159 lavoratrici di La Perla) Di Maio - con il sottosegretario Giorgio Sorial - ha portato a casa un punto importante: la sospensione dei licenziamenti, deciso dal fondo che aveva rilevato l'azienda.
Ed è anche questo uno dei fatti che spiega cosa sta accadendo. È questo sentimento il fattore a cui molti analisti non danno peso. Non considerano, infatti che sia in Di Maio, che "quell'altro", sia che nelle rispettive squadre di governo, è fortissimo il senso di vincolo che questa esperienza di governo rappresenta. Per molti di coloro che hanno giurato, questo - ed altri - non sono provvedimenti come gli altri, ma "I" provvedimenti, i più importanti risultati di una carriera, e a volte persino quelli di una intera vita, in una squadra in cui la media anagrafica è bassissima e in cui l'incarico di governo è a tutti gli effetti il primo lavoro.
È per questo che lo sfogo carpito spiega molto bene lo stato d'animo, e lo spirito. Anche quando sono in conflitto M5s e Lega sentono che in questo governo hanno messo in gioco tutta la loro credibilità. E che se andassero ora davanti agli elettori dovrebbero raccontare una incompiuta. Per questo, nelle ore in cui si parla ancora una volta di un "piano Giorgetti" per andare al voto, il senso di auto-conservazione prevale su tutto. Almeno per ora.
Luca Telese
(Giornalista e autore televisivo)