La direttrice generale  della Centrale regionale di committenza, Cinzia Lilliu,  deve essere reintegrata «immediatamente» al suo posto: «invalida» la revoca dell’incarico, sottoscritta dall’assessore al Personale ma disposta dalla presidenza della Regione, sottoscritta  lo scorso 25 febbraio. 

È un decreto (quindi decisione cautelare) ma scende molto nel dettagli il provvedimento del Giudice del lavoro del Tribunale di Cagliari che segna un punto a favore della dirigente defenestrata, nel suo contenzioso con il governatore Christian Solinas, controparte per ragioni legali.  

Lilliu era nel giro dei Dg regionali, e di membri degli staff degli assessorati, che erano stati fatti saltare dopo il rimpasto della Giunta. 

A Villa devoto avevano fatto leva sulla norma regionale secondo la quale «l'attribuzione delle funzioni di direzione generale deve essere
confermata o revocata entro i tre mesi successivi all'insediamento di una nuova Giunta regionale». Quindi, era stata l’interpretazione, fatti i nuovi assessori, cambiano anche i vertici amministrativi dei loro uffici. 

Una lettura delle norme sbagliata, secondo il Tribunale di Cagliari. E per più di un motivo. 

Un direttore generale, per il giudice Giuseppe Carta (che ha firmato il decreto che per ora decide il ricorso presentato dall’avvocato Roberto Murgia per conto di Lilliu), con la riforma della Regione voluta da questa giunta, non è una figura “apicale” che può essere vista come un incarico fiduciario, quindi revocabile con facilità: sopra i dg ci sono i capi dipartimento. Quindi la giunta ha creato le condizioni per far vincere il ricorso a Lilliu. 

Non solo. A un direttore generale, secondo il Tribunale, può essere tolto il posto  «solamente in conseguenza  di una accertata responsabilità dirigenziale, in presenza di determinati presupposti e all'esito di un
procedimento di garanzia puntualmente disciplinato».

I presupposti non c’erano. E non c’è stato alcun contraddittorio. Inoltre il rimpasto non può essere interpretato come “insediamento” di un nuovo esecutivo, perché il presidente resta lo stesso.

Quindi Lilliu torna al suo posto con effetto immediato. L’udienza nel merito è fissata per il 6 aprile. Lei aveva già vinto un ricorso, perché questo non è il primo tentativo di “farla fuori". 

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