«Nel mese di aprile aveva annunciato di avere un piano per l’ospedale Microcitemico. A distanza di mesi possiamo dire che si trattava di un annuncio da ciarlatano». Questo l’attacco di Francesco Agus, consigliere regionale dei Progressisti.  «È intollerabile che scarichi le sue responsabilità sugli operatori e intervenga sempre a situazione ormai compromessa e mai preventiva»: questa, invece, è la posizione  del collega del Pd Cesare Moriconi. 

Nel mirino di entrambi c’è l’assessore regionale alla Sanità, Carlo Doria, che convocando una riunione urgente per lunedì ha definito «intollerabile» la situazione del Microcitemico di Cagliari, dove per mancanza di anestesisti i piccoli pazienti del reparto di Oncoematologia pediatrica sono costretti, tra le altre cose, a dover convivere con cateteri venosi che gli impediscono di vivere una vita normale, per quanto possibile. 

«Giorno dopo giorno, nel silenzio e nell’inazione della Regione nell’ospedale sono aumentati i problemi», prosegue Agus, «tutti a parole vorrebbero risolvere il problema. Poi, nei fatti, chi può non fa niente. Le colpe sono diffuse: il caos interno alla maggioranza non permette nemmeno di convocare le commissioni consiliari. E così sul tavolo della commissione Sanità attende da mesi la richiesta di audizione del sindacato degli anestesisti». 

Giacciono in attesa di essere discusse nel Collegato «impantanato in consiglio da febbraio», attacca ancora Agus, «le due soluzioni possibili al problema elaborate dalla maggioranza. Una vorrebbe riportare nell’Arnas l’intero Microcitemico, l’altra vorrebbe limitare lo scorporo ai soli reparti più problematici.  Ma la rissa quotidiana interna al centrodestra rende impossibile ogni decisione: una vergogna indicibile».

Secondo Moriconi «è intollerabile che l’intervento di Doria sia arrivato solo dopo le dimissioni del primario degli anestesisti e non prima, onde evitarlo. È intollerabile che non abbia sentito il dovere di ricevere le famiglie dei bambini oncologici e neppure dei rappresentanti delle associazioni dei genitori di Oncoematologia pediatrica. È intollerabile che non abbia mai sentito il dovere di prestare attenzione alle preoccupazioni e alle denunce che pure gli erano state rivolte dal personale sanitario e dalle associazioni sindacali loro riferimento».

(Unioneonline/E.Fr.)

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