Cagliari, siluro del Comune sul Luchia: «Chiosco da smantellare»
Punto di riferimento per tanti frequentatori in viale Buoncammino, ritirata la concessione: contestate multe e tasse non pagate per migliaia di euroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dal Comune arriva una determinazione dirigenziale che ha l’effetto di un siluro sul Luchia, il frequentatissimo chiosco di viale Buoncammino a Cagliari: deve essere smantellato, la concessione è stata revocata per sempre.
Il provvedimento, con effetto immediato, parte dal servizio Patrimonio del Comune: non parla solo di tavolini, sedie e fioriere piazzati senza autorizzazione o di Dj che hanno messo musica in violazione del piano acustico. C’è anche il riferimento a canoni non versati e multe non pagate.
Quest’anno è risultato che, nonostante ricalcoli al ribasso «la posizione debitoria si era ulteriormente aggravata a causa di un insoluto derivante da un verbale della polizia locale del 20 ottobre 2023. La ditta risultava pertanto debitrice di una somma pari a 18.103,77 euro». Il procedimento di decadenza era stato avviato quando ancora la polizia locale ha accertato che, la stessa ditta «esercente l'attività del chiosco bar, installava e utilizzava, in assenza di valido titolo abilitativo, un impianto elettroacustico di amplificazione e diffusione sonora di brani musicali gestito da un Dj e occupava parte del suolo pubblico limitrofo al chiosco per un totale di 99 metri quadrati».
Attraverso uno studio professionale, la società ha contestato la quantificazione degli arretrati. Il Comune ha rigettato la ricostruzione. Nessun rilievo è arrivato sui verbali degli agenti.
Così ecco la decadenza della concessione. Ma anche l’intimazione «alla ditta», per la «rimozione dei chioschi e manufatti accessori e la bonifica ed il ripristino dello stato dei luoghi nell'area occupata entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento». Se non ci penseranno i titolari arriverà la ruspa del Comune e le spese saranno accollate a loro.
L’efficacia è immediata, salvo che non arrivi un ricorso.
Enrico Fresu