Bocciata dal Comune la richiesta dell’ex presidente della Regione, Christian Solinas, di ristrutturare e ampliare la villa di via dei Tritoni, a cagliari, acquistata qualche anno fa e attualmente in parte sottoposta a sequestro cautelare nell’ambito di un’inchiesta della Procura per una presunta corruzione. Gli uffici comunali hanno negato la richiesta di iniziare i lavori, motivando il provvedimento con la presenza di vincoli legati al parco di Molentargius e per il rischio che il rumore del cantiere disturbi la fauna protetta del vicino stagno.  L’ex governatore, attraverso i legali Salvatore Casula e Silvio Pinna, ha presentato nei giorni scorsi un ricorso al Presidente della Repubblica, contestando la legittimità del provvedimento comunale e chiedendone l’annullamento.

Il parere negativo

Il parere negativo è arrivato a febbraio, dopo la conferenza di servizi “asincrona” (ogni Ente interessato ha espresso separatamente il proprio parere) attivata dal Comune. L’ex presidente intenderebbe ristrutturare l’edificio che ha acquistato, ormai vecchio, modificandone gli interni e ampliando leggermente la volumetria di qualche decina di metri cubi. La casa – come comunicato in conferenza di servizi dall’ente parco – si trova all’esterno del perimetro dell’oasi di Molentargius, ma per il Servizio pianificazione strategica e territoriale e per il Servizio igiene del suolo e ambientale del Comune, l’area sarebbe quasi per intero sottoposta a vincoli. E per sancirlo i tecnici dell’Edilizia privata citerebbero non tanto il Piano paesaggistico regionale (Ppr), bensì le disposizioni del vecchio Piano territoriale paesistico di Molentargius.

Problemi acustici

Il confine dell’area vincolata, tra l’altro, passerebbe proprio a ridosso della proprietà di Solinas: la sua nuova casa ricadrebbe all’interno della zona tutelata (con tutti i divieti del caso), la proprietà vicina, invece, risulta fuori dall’area protetta (come accertato anche da un’inchiesta della Procura sulla palazzina confinante che è stata archiviata perché tutto è risultato essere in regola). Nel negare il via libera ai lavori, il Comune ha evidenziato che nell’area vincolata non è consentito l’aumento di cubatura e che ci sarebbero rischi acustici per la fauna dello stagno.

Il ricorso straordinario

Nei giorni scorsi, prima dello scadere dei 120 giorni previsti dalla norma, l’ex governatore con i suoi legali ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato, ritenendo il provvedimento comunale illegittimo e chiedendone l’annullamento, visto che nella zona sono stati autorizzati altri interventi. Ora entro 60 giorni il Comune dovrà decidere se chiedere la trasposizione del procedimento: in quel caso il contenzioso sarebbe trasferito al Tar Sardegna. In caso contrario, il Presidente della Repubblica chiederà un parere al Consiglio di Stato e, terminata l’istruttoria, si pronuncerà con un proprio decreto. Insomma: la battaglia è iniziata.

Francesco Pinna 

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