Cagliari, il Cep senza più Guardia Medica: «Non diventi un quartiere fantasma»
L’iniziativa da parte delle consigliere Stefania Loi e Alessandra Zedda: «Occorre intervenire con urgenza»Un documento per la salvaguardia dei servizi sanitari di prossimità nel quartiere Cep di Cagliari. È quanto protocollato oggi alla presidenza del Consiglio comunale, su iniziativa delle consigliere Stefania Loi e Alessandra Zedda. Nasce a seguito della chiusura – avvenuta lo scorso 17 aprile – della Guardia Medica di via Talete e del trasferimento dei servizi in viale Trieste. L’ex presidio sanitario del Cep, per decenni punto di riferimento non solo per il quartiere ma anche per l'intera città, garantiva cure essenziali a una popolazione particolarmente fragile: oltre il 30% dei residenti è affetto da malattie croniche e circa il 40% degli anziani presenta difficoltà motorie. Il trasferimento ha acuito il disagio sociale, rendendo ancora più difficoltoso l'accesso alle cure, aggravato anche dalla cronica carenza di parcheggi nella nuova sede.
«Non possiamo accettare che un intero quartiere venga privato di presidi sanitari fondamentali», dichiara Stefania Loi. «Occorre intervenire con urgenza per restituire ai cittadini del CEP un servizio sanitario di prossimità degno di questo nome». La chiusura della Guardia Medica si inserisce in un contesto più ampio di progressivo impoverimento dei servizi di prossimità. Negli ultimi anni, il quartiere ha perso anche l’unica edicola, molte strutture sportive e, recentemente, il suo storico mercatino rionale, attivo sin dagli anni Settanta come Ente comunale di consumo.
Il mercatino rappresentava un presidio sociale ed economico prezioso, che favoriva la socialità e l’approvvigionamento quotidiano, soprattutto per gli anziani e le famiglie. «È stato per decenni il cuore pulsante della comunità», sottolinea Alessandra Zedda. «Frequentato da studenti, sportivi, famiglie. La sua chiusura, unita alla perdita della Guardia Medica, rischia di trasformare il Cep in un quartiere abbandonato».
L'assenza di servizi sta già avendo effetti concreti: l'area è sempre più segnata dal degrado urbano, dall’insicurezza e dalla crescente difficoltà di accesso a beni e cure essenziali, mentre il quartiere regge con fatica l’invecchiamento della popolazione e il fenomeno migratorio. «Non vogliamo che il Cep diventi un quartiere fantasma», l'allarme delle consigliere. «La rigenerazione urbana non può basarsi solo sul rifacimento delle strade o dei palazzi: deve partire dalla salvaguardia dei servizi che garantiscono qualità della vita e coesione sociale».
Con questo Ordine del Giorno si chiede all’amministrazione comunale di attivarsi immediatamente per individuare una nuova sede sanitaria nel quartiere, ripristinare servizi di prossimità essenziali e migliorare l’accessibilità, anche coinvolgendo la Regione. «Difendere i servizi di prossimità significa difendere la dignità delle persone e il futuro dei nostri quartieri. Non possiamo più permettere che il Cep venga abbandonato a se stesso», concludono Loi e Zedda.
(Unioneonline)