Si è concluso a Cagliari il nuovo processo d'appello che vedeva imputato Bruno Manfredi, ex direttore della filiale di Banca Intesa di via Pessina a Cagliari, con l'accusa di truffa.

L'uomo, che si è sempre proclamato innocente, è stato assolto per non aver commesso il fatto.

Le indagini erano iniziate nel 2009 quando la Procura aveva ricostruito un giro di prestiti - un milione di euro l'importo totale - concessi dalla banca a persone che avevano presentato dichiarazioni dei redditi e buste paga fasulle.

Per Manfredi era scattato prima l'arresto, poi era arrivata l'assoluzione, mentre l'appello aveva ribaltato la sentenza condannandolo a 4 anni e 4 mesi di carcere. Ora di nuovo una svolta, dopo che la Cassazione aveva stabilito che il processo d'appello dovesse essere rifatto.

"Ciò che in molti non considerano - spiega a UnioneSarda.it la figlia Simona - sono le conseguenze di questa lunga vicenda giudiziaria. Mio padre era già all'epoca cardiopatico, e ci si può solo immaginare cosa abbia voluto dire per lui essere al centro di una questione tanto dolorosa".

La famiglia, che intanto non vive più in Sardegna ma all'estero, lo ha sempre supportato: "Sono momenti in cui ti cade il mondo addosso. Quando ieri è arrivata la notizia dell'assoluzione non abbiamo certo festeggiato - prosegue la figlia - perché non abbiamo nulla da festeggiare".

In questi anni "abbiamo perso tutto. Avevamo una casa gravata da un mutuo e quando mio padre è stato licenziato non ha potuto più pagare le rate, quindi è andata all'asta. Lui tra l'altro non ha più lavorato e abbiamo pagato i contributi affinché potesse aver accesso alla pensione".

E anche tanti amici "sono spariti, sono rimasti in pochi. Quelli che ci conoscono davvero", conclude Simona.

Sabrina Schiesaro

(Unioneonline)
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