Aree idonee, la Regione convoca i sindaci: «Scelte sbagliate, Isola già blindata per legge: Zedda dica cosa deve fare»
Il consigliere d’opposizione e avvocato di Cagliari, Giuseppe Farris: «L’assessore Spanedda agisce senza pensare che una norma già tutela il 98,8% dell’intero territorio isolano»Contesta l’iter seguito dall’assessore regionale all’Urbanistica, Francesco Spanedda. E sollecita il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, a spiegare come voglia muoversi per contribuire a fermare l’assalto eolico in corso in Sardegna. A puntare l’indice e usare il pungolo è il consigliere comunale di opposizione Giuseppe Farris, che ha presentato una dettagliata interrogazione rivolta al primo cittadino del capoluogo.
L’esponente di CiviCa24 prende spunto dalla convocazione inviata dall’assessore a tutti i sindaci dell’Isola, chiamati con i loro tecnici – la data è da definire – a illustrare quali siano le aree non idonee all’installazione di impianti Fer nel loro territorio.
«In primo luogo», spiega Farris, «l’assessore non considera che la stessa Regione, con una delibera del 2015, attuativa di una legge regionale, ha dichiarato non idoneo il 98,8% dell’intero territorio isolano, in considerazione dell’insistenza di vincoli ambientali, del paesaggio e del patrimonio storico artistico».
Farris, che nella vita privata è avvocato, aggiunge che «questa estensione delle aree “non idonee”, peraltro, è passata allo scrutinio del Tar Sardegna che ne ha accertato la legittimità, stabilendo il principio per cui la realizzazione di un impianto nelle aree non idonee potrà avvenire solo valutando in concreto “caso per caso, se l’impianto così come effettivamente progettato, considerati i vincoli insistenti sull’area, possa essere realizzabile, non determinando una reale compromissione dei valori tutelati dalle norme di protezione (diretta) del sito, nonché di quelle contermini (buffer)».
Ma non sarebbe stato l’unico errore di Spanedda. La nota inviata ai sindaci, sottolinea ancora Farris, «sfugge alle prescrizioni dello stesso D.M.
236/2024 che, sostanzialmente, detta la disciplina per l’individuazione delle aree idonee e impone alle Regioni di tener conto (fra l’altro) “delle emergenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’area e dei suoli idrici, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali, artigianali, artigianali, per servizi e logistica”».
Il consigliere comunale si rivolge quindi a Massimo Zedda, per chiedere quali siano «le determinazioni che intende assumere e in particolare se voglia confermare le aree “non idonee” secondo la delibera del 2015 e acquisire il parere del Consiglio Comunale».
(Unioneonline/E.Fr.)