«La carenza dei pediatri è un problema di tutta Italia, non solo della Asl di Cagliari. E comunque abbiamo trovato una soluzione tampone: finora nessuno è rimasto senza».  Parla di «allarmismo ingiustificato» il direttore sanitario dell’Azienda 8, Roberto Massazza.

Nei giorni scorsi, sotto l’assessorato regionale alla Sanità, è andata in scena la manifestazione indetta dalle consigliere comunali Giulia Andreozzi (Possibile) e Camilla Soru (Pd), alla quale hanno partecipato anche consiglieri regionali. Le loro contestazioni, in sintesi: non c’è stato un ricambio di pediatri, due sono andati in pensione e una terza ci sta per andare, tutti avevano un numero superiore di piccoli assistiti superiore ai livelli di tolleranza, quelli che rimangono si trovano inondati di nuovi pazienti.

Risultato: non solo non è garantita l’assistenza sanitaria di base, sostengono le due consigliere, ma anche avere un semplice certificato medico rischia di diventare impossibile. 

«Proteste in buona fede, forse», replica Massazza, «ma la situazione non è questa e si rischia di fare solo terrorismo. Abbiamo 14 pediatri sul territorio, undici a tempo indeterminato. Per rispettare il massimale di 880 pazienti ciascuno ne servirebbero quindici». Già a novembre l’Asl sapeva che «due pediatri sarebbero andati in pensione a gennaio. Per questo Ares ha fatto un bando, per il reclutamento dei sostituti». Ma non ha aderito nessuno: «Succede perché i pediatri sulla piazza non bastano. E non possiamo reclutare figure che mancano», sottolinea il direttore sanitario, che aggiunge: «Così abbiamo proposto la deroga al massimale. Cinque dei pediatri in servizio hanno aderito e si sono fatto carico dell’assistenza dei bambini che rischiavano di rimanere scoperti». Problema risolto? «Emergenza tamponata, direi», prosegue Massazza, «gli uffici mi riferiscono che non c’è stata nemmeno una lamentela e nessun bambino è rimasto senza pediatra. Insomma: chi ha contestato lo ha fatto su ciò che potrebbe succedere e non è successo». 

Camilla Soru, tra le promotrici della contestazione, replica a stretto giro: «Il problema non c’è? Bene. Allora coma mai mia figlia è senza pediatra?», ironizza, «la mia situazione  è comune a tanti. Ovvio che nessuno specialista aderisca a un bando se gli si offre un posto di un anno, come sostituto. Che poi gli impedirebbe di partecipare ad ulteriori selezioni nello stesso territorio, a titolo definitivo». Con Andreozzi «per iniziare ad alleggerire i carichi dei medici in servizio abbiamo proposto che siano i genitori a certificare le guarigioni per i rientri a scuola», aggiunge Soru, «una soluzione approvata dagli addetti ai lavori. Ma in Regione non si muovono. Forse perché dicono che il problema non esiste: come fanno a risolverlo?». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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