Cagliari, delitto di Sant'Elia senza motivoDe Agostini uccise per mostrarsi un duro
Per i giudici, Simone Angius, di Maracalagonis, fu ucciso la notte tra il 6 e il 7 dicembre del 2008 con una coltellata alla gola senza alcun movente. L'imputato agì per pura violenza.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ruben De Agostini uccise con estrema lucidità e nel pieno delle sue facoltà mentali, aggredendo alle spalle Simone Angius che non lo aveva minimamente provocato, come da lui sostenuto, ma aveva semplicemente avuto la sventura di incontrarlo e rivolgergli la parola. Ma soprattutto uccise senza un perché, accoltellando mortalmente alla gola l'operaio di Maracalagonis solo per «confermare ai suoi occhi e a quelli della sottocultura criminale a cui apparteneva, di essere un delinquente di elevato spessore, una persona spregiudicata, cinica e che non teme niente e nessuno». È questa la spiegazione che dà del delitto di Sant'Elia il Gup Cristina Ornano, lo stesso magistrato che, lo scorso 19 novembre, ha condannato il ventunenne De Agostini a 16 anni e 8 mesi di carcere per omicidio volontario col rito abbreviato. Centotredici pagine di motivazioni in cui si ripercorre ogni passo del dramma che si consumò nella notte tra il 6 e il 7 dicembre del 2008, all'ingresso del tunnel di palazzo Gariazzo, quando Angius, ragazzo di 30 anni che si era recato a Sant'Elia insieme all'amico Efisio Pisu per comprare un po' di spinelli, morì dissanguato con la carotide squarciata.
NESSUN PENTIMENTO Dopo il delitto e per l'intero processo, De Agostini non ha mai mostrato segni di resipiscenza, né mai ha speso una parola di cordoglio per la vittima, di dispiacere e comprensione per il dolore dei congiunti della stessa e, neppure, per il dolore cagionato ai suoi stessi familiari. Ragione per la quale il giudice non ha voluto concedere all'omicida le attenuanti generiche. Ora la partita si sposta in appello.