Potrebbe essere stato un avvertimento molto deciso il pestaggio nei confronti di Michele Oppo, il 71enne di San Vero Milis trovato venerdì sera legato nel suo ovile nelle campagne del Sinis. L’uomo è ancora ricoverato all’ospedale di San Gavino dopo aver trascorso oltre dodici ore con i polsi immobilizzati e una serie di escoriazioni e ferite dovute alle botte. Le sue condizioni migliorano, già ieri è stato sentito dai carabinieri che stanno cercando di ricostruire quanto accaduto. Fondamentali saranno i dettagli che Oppo riuscirà a fornire, ma altri elementi utili alle indagini potrebbero arrivare anche dal sopralluogo effettuato dai militari nel capannone. Gli inquirenti hanno sentito a lungo anche il titolare dell’azienda, confinante con quella del 71enne, che venerdì pomeriggio ha dato l’allarme.

Secondo quanto emerso dai primi accertamenti Oppo, giovedì, sarebbe stato malmenato e lasciato nel capannone con i polsi legati e senza alcuna possibilità di chiedere aiuto. Una nottata e quasi un’intera giornata trascorse in condizioni precarie, tanto che quando è stato ritrovato era in ipotermia. L’aggressore (non è chiaro se ci fossero complici) presumibilmente ha voluto dare un messaggio chiaro all’allevatore, all’origine del pestaggio potrebbero esserci questioni economiche irrisolte ma non è escluso nemmeno che sia legato a sconfinamenti di pascolo. Adesso gli investigatori dovranno mettere in ordine tutti i tasselli di un episodio che, almeno nella fasi iniziali, sembrava piuttosto misterioso.

Michele Oppo già 12 anni fa era rimasto vittima di un tentato omicidio: era stato accoltellato da un servo pastore. 

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