Tumore al polmone Alk-positivo in fase precoce, nuove prospettive

28 maggio 2025 alle 17:30
Milano, 28 mag. (askanews) - Dopo l'approvazione dell'Fda negli Stati Uniti e dell'Ema in Europa è arrivata anche in Italia, con il via libera dell'Aifa alla rimborsabilità, la prima terapia a bersaglio molecolare approvata come trattamento adiuvante, dopo la rimozione chirurgica, in pazienti adulti, di un tumore al polmone non a piccole cellule Alk-positivo. Si tratta di una molecola sviluppata da Roche, che apre nuove prospettive terapeutiche per questa forma rara di tumore che colpisce tipicamente pazienti più giovani e non fumatori, nei quali un riarrangiamento del gene Alk provoca una maggiore proliferazione delle cellule tumorali."La ricerca -ha osservato Silvia Novello prof.ssa ordinaria oncologia medica Università degli Studi di Torino - ha sempre investito molto nella malattia in stadio precoce radicalmente operata, proprio perché nei casi di tumore polmonare la ricaduta di malattia, che varia da stadio a stadio, globalmente è nell'ordine del 40%, per cui avere a disposizione delle armi per poter contrastare proprio questa percentuale di ricaduta di malattia è fondamentale e come lo si fa in questo caso? Lo si fa in maniera mirata".È necessario dunque procedere, anche nella malattia in stadio precoce, con una profilazione molecolare per poter prescrivere la nuova terapia la cui efficacia nella riduzione del rischio di recidiva è stata osservata dalla studio clinico di fase III Alina."Aveva l'obiettivo - ha ricordato Filippo de Marinis, direttore divisione oncologia toracica dello Ieo di Milano - di somministrare la terapia orale, due volte al giorno, del farmaco alectinib, già testato e già in commercio nella malattia avanzata metastatica, in questo setting i pazienti operati verso un gruppo di pazienti che invece riceveva lo standard, cioè due mesi di chemioterpia dopo l'intervento. Dopo due anni di trattamento orale quotidiano, quindi a tre anni, il vantaggio nella riduzione della ripresentazione della malattia è stato di una riduzione che gira intorno al 75% di incremento rispetto all'altro braccio".Nelle fasi iniziali del tumore adottare un approccio personalizzato, che tenga conto delle caratteristiche individuali del paziente e della malattia, risulta dunque fondamentale anche se oggi il ricorso ai test molecolari, in particolare prima dell'intervento chirurgico, non è ancora una prassi consolidata.