La scuola sarda, tra dispersione ‘’implicita’’ e abbandono reale
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dichiarato che per la prima volta in Sardegna si registra un crollo della dispersione scolastica.
Il ministro, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, a Cagliari, alla presenza del Capo dello Stato, ha sottolineato che l’Isola ha raggiunto una dispersione pari all’ 11.3%. In calo rispetto all’anno scorso (15.9) e al 2022 (18.7)
Per il ministro si tratta dell’effetto degli investimenti di ‘’Agenda Sud’’, il programma, che comprende il Pnrr, contro la dispersione scolastica.
Il risultato positivo però non si riferisce ai ragazzi che non vanno più a scuola. Quella citata dal ministro è la ‘’dispersione implicita’’, ovvero la corrispondenza tra le competenze acquisite e il grado di scuola frequentato.
La valutazione dei risultati conseguiti dai ragazzi proviene dai dati Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo. Insomma si tratta dell’esito delle prove scritte sottoposte ogni anno agli studenti.
Ma se la ‘’dispersione implicita’’ registra un miglioramento, quella strutturale (o ‘’esplicita’’) resta preoccupante: al 17.3%. Il dato peggiore in Italia.
Che ne pensa il mondo della scuola? Quanto viene considerata la dispersione implicita?
Risponde Peppino Tilocca, dirigente scolastico del Liceo De Castro di Oristano. «Attenzione ai dati, gli effetti degli investimenti non si vedono in pochi anni. E le prove Invalsi, nella stessa scuola, danno spesso risultati diversi, di anno in anno».