Israele, Netanyahu rinvia la contestata riforma della giustizia

28 marzo 2023 alle 12:08

Una battuta d'arresto, ma non un cambio di direzione, almeno per il momento. In Israele, dopo le maxi-proteste di piazza contro la riforma del sistema giudiziario con una mobilitazione mai vista, più di due mesi di manifestazioni, il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato che "congela" il provvedimento.

"E io dico qui e ora: non ci deve essere una guerra fratricida. Siamo sulla strada di una pericolosa collisione nella società israeliana. Siamo nel mezzo di una crisi che mette in pericolo l'unità fondamentale tra di noi. Troverò una soluzione a tutti i costi" ha detto Netanyahu parlando alla Knesset.

Di fatto viene tutto rinviato a dopo le festività della Pasqua ebraica.

La riforma, che mira a mettere sotto il controllo del Parlamento la Corte Suprema, era stata voluta dall'alleato più oltranzista di Netanyahu, Itamar Ben-Gvir, leader dell'estrema destra, che per ora ha ceduto ma non si arrenderà facilmente.

Intanto l'appello di Netanyahu è stato accolto dall'opposizione. "Mi presenterò al dialogo con cuore aperto e anima sincera", ha sottolineato Benny Gantz, leader del partito centrista "Mahane Mamlachti".

Yair Lapid, leader del partito di opposizione israeliano, ha affermato che il partito è disposto ad avviare nuovamente i colloqui con il partito di Netanyahu "se il disegno di legge sulla giustizia si fermerà davvero, in modo genuino e totale".

I sindacati intanto hanno deciso di revocare lo sciopero generale.

(Unioneonline/v.l.)